Ogni anno oltre 55 mila infortuni sul lavoro in Lombardia riguardano donne
Per la Giornata della donna, Anmil Bergamo in campo per la sicurezza sul lavoro al femminile: «Donne e disabilità, doppia discriminazione»
«L'8 marzo ricorre la Giornata Internazionale della Donna: come associazione, teniamo a sottolineare in questa ricorrenza come i numeri degli infortuni sul lavoro "al femminile" continuino ad attestarsi su livelli elevati, così come i dati sull'inserimento lavorativo delle donne ci parlano di un mercato in cui sono proprio le donne con disabilità a subire una doppia discriminazione e ad essere ancor più escluse dal mercato del lavoro rispetto agli uomini con disabilità».
Così Anmil Bergamo, alla vigilia della Giornata dedicata alle donne, commenta un aspetto dell'universo lavorativo femminile che ancora, purtroppo, lo caratterizza. Ogni anno - ricorda il presidente, Giampaolo Maccarini - si verificano infatti tra le donne lavoratrici circa 246 mila eventi lesivi, tra infortuni sul lavoro e malattie professionali: oltre un terzo del totale. Nella sola Lombardia, durante il 2022, gli infortuni totali denunciati da donne erano pari a 55.577.
Tra questi eventi, un numero elevato ha purtroppo esito mortale o molto grave. Si parla di circa duemila donne (sedici in Lombardia lo scorso anno) che diventano "disabili a lavoro". «Un numero da non sottovalutare - sottolinea Maccarini - se si pensa che le donne generalmente non sono occupate nelle attività ad alto rischio infortunistico, nelle quali è molto più presente la componente maschile».
Donna e disabilità: una «doppia discriminazione»
«Oltre al trauma dell'infortunio e ai suoi risvolti nella vita quotidiana - aggiunge il presidente - queste donne vanno spesso incontro a gravi difficoltà di reinserimento nel mondo del lavoro, che purtroppo si sommano alle discriminazioni radicate nella nostra società». Solo il 15,1 per cento delle donne con disabilità in età lavorativa è in cerca di occupazione. Si tratta di circa 50 mila donne, per lo più di giovane età, che vorrebbero contribuire all'economica nazionale partecipando attivamente al mercato del lavoro, ma ne vengono respinte.
Vi sono poi donne per le quali un incidente sul lavoro o una malattia professionale hanno significato perdere il proprio compagno di vita: «anche a loro l'Anmil vuole dedicare questa giornata e continuare a impegnarsi con azioni concrete».
«La nostra Associazione, in questa giornata, vuole dunque riproporsi innanzitutto come un concreto promotore della cultura della prevenzione, grazie alle testimonianze delle donne infortunate sul lavoro che portano le loro storie di straordinario impatto nelle aziende, per sensibilizzare in modo efficace tutti i lavoratori - conclude Maccarini -. Allo stesso tempo, vuole rilanciare il ruolo delle politiche attive del lavoro attraverso l’impegno degli Sportelli lavoro Anmil che offrono supporto nel recupero dell’autostima, nell’individuazione dei percorsi di riqualificazione professionale più adeguati grazie all’azione dell’Irfa (Istituto di Ricerca e Formazione dell’Anmil) e si adoperano per la valorizzazione delle abilità residue ma anche delle loro competenze acquisite e dei talenti nascosti.»