Il caso del professor Urga, chiamato all'UniBg da Londra e poi licenziato per doppio lavoro
Il Tar ha dato ragione al docente, ma l'ateneo è convinto che essere ordinario a Bergamo e a Londra contemporaneamente sia illegittimo
La questione sta venendo a galla solo ora, ma è da tempo che le mura del mondo accademico bergamasco bisbigliano dello strano caso del professor Giovanni Urga. Nel 2007, il docente venne chiamato dalla Bayes Business School di Londra, dove insegnava (o forse meglio dire insegna) dal 1999, a Bergamo e assunto con finanziamento della legge sul rientro dei cervelli dall’estero. Fino ad allora, Urga aveva già lavorato con l'ateneo orobico, ma come professore a contratto e non "fisso".
Tutto bene per i successivi 13 anni, fino al 2020, quando una ricognizione dell'ateneo sulla situazione amministrativa dei docenti ha mostrato come il professore fosse ordinario sia a Bergamo, sia a Londra. L'allora rettore e i vertici universitari hanno inquadrato il fatto come doppio lavoro, vietato espressamente dalla legge.
L'arrivo in tribunale
Da qui, iniziano i «tre anni d'inferno» del professor Urga, per usare l'espressione riportata da Il Fatto Quotidiano, che racconta la vicenda. L'allora rettore, Remo Morzenti Pellegrini, lo avrebbe persino accusato di aver sottoscritto all’epoca dell’entrata in servizio delle dichiarazioni false per evitare si scoprisse il suo doppio impegno accademico. Così, in poco tempo, la situazione è precipitata fino ad arrivare al Tribunale amministrativo di Brescia.
Il Tar dà ragione a Urga
A novembre 2020, il Tar accolse il primo ricorso riconoscendo la piena legittimità della posizione lavorativa di Urga e l'ateneo di Bergamo venne condannato a pagare le spese legali. Dal canto suo, però, l'Università di Bergamo ritenne che il Tar avesse dato ragione a Urga con una sentenza che non sarebbe scesa nel caso di specie, ma si sarebbe limitata a valutare come non legittimo il regolamento che impone un solo lavoro di rapporto dipendente. In altre parole, secondo l'ateneo orobico la normativa sarebbe stata seguita e non è certo responsabilità sua se le regole sono sbagliate.
Il licenziamento
Da qui la decisione dell'ateneo di denunciare la situazione e licenziare comunque il dipendente per doppio lavoro non autorizzato. Urga è così tornato dal Tar, che, per la seconda volta, gli ha dato ragione, certificando questa volta la legittimità della sua condotta e censurando l’ateneo. La sentenza ha anche imposto all’Università il reintegro immediato del professore. Così è successo lo scorso luglio, quando il docente è tornato in cattedra. Nel suo curriculum, Urga ha deciso di non fare mistero delle problematiche intercorse.
Questione aperta
Tuttavia, l'Università di Bergamo, il cui rettorato è passato da Morzenti Pellegrini a Sergio Cavalieri, ha ora presentato appello al Consiglio di Stato, ritenendo di aver tenuto sempre un comportamento in linea con le normative vigenti. E così, mentre all'estero alcuni colleghi appoggiano e sostengono apertamente il professor Urga, in Italia la battaglia legale continua.