Prandelli si ritira ufficialmente: «La panchina che sogno è quella al parco coi miei nipotini»
Una lunga carriera, iniziata nelle giovanili dell'Atalanta, dove vinse tutto. Poi l'ascesa fino alla Nazionale. Nel 2021 l'addio con tante ombre alla Fiorentina
Lo ha comunicato stamattina (13 marzo), in un'intervista a Radio Anch'Io Sport su Radio 1: a soli 65 anni, Cesare Prandelli smette di allenare. «Un po' di richieste arrivano sempre - ha detto il tecnico, che aveva iniziato la sua carriera in panchina all'Atalanta -, ma al momento la panchina che sto sognando è quella in un parco con i miei nipotini per godermi la vita con loro. Basta allenare».
Quell'addio alla Fiorentina con tante ombre
L'ultima esperienza dell'allenatore di Orzinuovi (Brescia), dunque, resterà quella alla Fiorentina, chiusa nel marzo 2021 dopo essere subentrato alla guida della squadra il novembre precedente al posto di Iachini. Allora comunicò la sua decisione con una lettera aperta che fece molto discutere, nella quale Prandelli parla di «un assurdo disagio che non mi permette di essere ciò che sono», di un'ombra «cresciuta dentro di me che ha cambiato anche il mio modo di vedere le cose».
Il tecnico, poi, in quella lettera lasciava capire che quella poteva essere la sua ultima esperienza da allenatore: «Sono consapevole che la mia carriera possa finire qui, ma non ho rimpianti e non voglio averne. Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita, non fa più per me e non mi ci riconosco più. Sicuramente sarò cambiato io e il mondo va più veloce di quanto pensassi. Per questo credo che adesso sia arrivato il momento di non farmi più trascinare da questa velocità e di fermarmi per ritrovare chi veramente sono».
Allora si rincorsero molte voci. Qualcuno parlò di depressione. Fortunatamente, a distanza di due anni da allora, la condizione di Prandelli sembra essere buona. Ma quella che, nel marzo 2021, era solamente una possibilità, ora è diventata una certezza: la sua carriera in panchina si chiude qui.
Una carriera iniziata all'Atalanta
E non si tratta certo di una carriera qualunque. Prandelli, dopo essere stato calciatore di buon livello e aver vestito per sei stagioni la maglia dell'Atalanta (con una parentesi di ben sei anni alla Juventus), quando si ritirò nel 1990 entrò subito a fare parte dello staff tecnico giovanile del club orobico, allenando prima gli Allievi e poi la Primavera. Nella stagione 1993/1994 sostituisce Guidolin alla guida della prima squadra, per poi tornare ad allenare la Primavera, dove resta fino al 1997, quando decise di lanciarsi tra i "grandi" accettando di allenare il Lecce.
I momenti migliori li ha vissuti da tecnico di Verona, Parma e Fiorentina, dove approda dopo l'estate da allenatore della Roma, dove nel 2004 restò appena tre mesi e che decise di lasciare prima dell'avvio del campionato a causa della grave malattia che colpì la moglie. Quando, l'anno successivo, accettò di allenare la Fiorentina, la sua carriera ripartì alla grande, tanto che nel 2010 fu chiamato a sostituire Lippi come commissario tecnico della Nazionale Italiana. Dopo il flop ai Mondiali del 2014, Prandelli inizia a girovagare, senza ottenere grandi successi: Galatasaray, Valencia, Al-Nasr, Genoa e infine la Fiorentina.
Più volte, negli anni (pre Gasperini), il suo nome è stato accostato all'Atalanta. Ma un suo ritorno nell'amata Bergamo non c'è mai stato. Resteranno i ricordi di quella fantastica Primavera da lui allenata che vinse tutto e da pensionato siamo certi che anche lui ricorderà sempre con affetto i tanti anni vissuti a Bergamo in maglia (e tuta) nerazzurra.