Si respira poco entusiasmo attorno all'Atalanta, ma venerdì a Bergamo serve una bolgia
Si avvicina la fine del campionato, i risultati non sono buoni e si respira un clima di sfiducia. Serve stare uniti per ripartire
di Fabio Gennari
Non è un momento entusiasmante per l'Atalanta e i suoi tifosi. Nell'ultimo mese - tanto è passato dalla scintillante vittoria di Roma contro la Lazio -, la Dea si è piantata in zona gol e i risultati sono la conseguenza di un rendimento che vive un momento di difficoltà. E di certo non infiamma la piazza.
Quella stessa piazza, tuttavia, aveva abbracciato i ragazzi di Gasperini prima che tutto avesse davvero inizio, quando ancora non si era stati in giro per l'Europa con la colonna sonora della Champions a fare da sottofondo musicale. Era il giorno di Inter-Atalanta 7-1, la sconfitta più pesante con il miglior allenatore della storia atalantina in panchina.
Quella dimostrazione d'affetto è solo una delle tante che si sono viste in questi anni, ma è probabilmente la più emblematica. E allora eccola, la chiave per ripartire pensando prima al campo e poi al tabellone, prima al gol da segnare che al risultato da ottenere. Perché se tutto si riduce al risultato, allora la magia nerazzurra di questi anni si sgonfia, torna tutto a essere un semplice conteggio da ragioniere su chi ha segnato di più o di meno.
Atalanta-Empoli, vista con gli occhi del risultato a prescindere, diventa una fredda sequenza di minuti da 1' a 90' (più recuperi vari) in cui attendersi i tre punti per riprendere a sognare. Magari trovando, dopo il fischio finale, un altro motivo per non essere soddisfatti. Di certo nessuno è contento di questo momento, ma se chi sta in campo deve spingere forte e trovare soluzioni per superarlo, chi segue dalle tribune ha solo una possibilità di dare una mano: rendere il Gewiss Stadium una vera bolgia. Perché lo stadio non segna, è vero, ma non è più tempo di raccogliere punti solo in trasferta, bisogna prendere punti sempre. Sostenendo fino alla fine e non fermandosi al primo passaggio sbagliato.