di Vecchio Daino
È vero che esistono i diminutivi tata e tatà, papà e popà, o bobà, ma per noi l’appellativo giusto resta ol mé pàder. Una figura autorevole senza essere autoritaria, di poche parole e molti fatti, sempre vicino alla sua famiglia. Può darsi che tutto questo non sempre corrispondesse pienamente alla realtà, ma è così che ci piace pensarlo, o ricordarlo. Augurandoci che i nostri figli pensino lo stesso di noi.
1. Gh’ìe da dàga scólt

Molto spesso in età giovanile si sottovalutano gli insegnamenti del padre, salvo poi ricordarseli da adulti, quando ci ha pensato la vita stessa a verificarne l’efficacia. [Trad.: Dovevo dargli ascolto]
2. Ü pàder a l’mantè quàter is-cècc, quàter is-cècc i manté mia ü pàder

Esistono diverse varianti di questo proverbio, dove può cambiare il numero dei figli, ma il padre rimane uno solo. Ed è capace di farsi letteralmente in quattro per non far mancare niente alla propria famiglia. [Trad.: Un padre mantiene quattro figli, quattro figli non mantengono un padre]
3. L’éra bù de fà de töt

Un paio di generazioni fa, o forse tre, non era raro conoscere persone capaci di costruire la propria casa dalle fondamenta, cimentandosi nella muratura, nell’idraulica e nell’installazione di impianti elettrici. Con esiti non sempre perfetti, ma sempre efficaci. [Trad.: Era capace di fare tutto]
4. A l’m’à ’nsegnàt ol bergamàsch

Un’eredità preziosa ricevuta dai genitori è proprio la nostra lingua. Senza il loro esempio avremmo perduto un patrimonio prezioso fatto di parole, ma soprattutto di significati profondi e intraducibili. [Trad.: Mi ha insegnato il bergamasco]
5. A l’bastàa öna ögiada

I padri di un tempo non dovevano dare sfoggio della loro autorevolezza, e tanto meno menare le mani. Bastava un’occhiata per indurre al silenzio e all’obbedienza il figlio. Dalla madre, invece, qualche scappellotto arrivava. [Trad.: Bastava un’occhiata]
6. A l’vötàa sèmpre töcc

Quando l’indigenza era la norma, per forza di cose si sviluppava la solidarietà tra poveri. E i padri davano una mano come potevano, nei lavori dei campi o nelle riparazioni domestiche. Ma anche con silenziose donazioni. [Trad.: Aiutava sempre tutti]
7. L’è cóme se l’ghe födèss amò

La figura del padre non scompare mai, nemmeno dopo anni. Succede anche di rivolgergli un pensiero, come se potesse ancora una volta indirizzarci sulla giusta strada. [Trad.: È come se ci fosse ancora]
8. A l’gh’à sèmper ülìt bé a la mé màder

Tra parole secche, diatribe quotidiane spesso feroci e rimbrotti reciproci, le coppie bergamasche tendono a durare nel tempo. Sarà, anche in questo caso, la brasca che per noi cova sempre sotto la cenere. [Trad.: Ha sempre voluto bene a mia madre]
9. L’à mai desmetìt de laurà

La parola pensione è praticamente sconosciuta. Anche in età avanzata, i nostri padri proseguono la cura dell’orto, accudiscono le galline, si procurano la legna per l’inverno. E guai a dirgli di fermarsi, suonerebbe come un’offesa. [Trad.: Non ha mai smesso di lavorare]
10. A l’völerèss amò ché

Vedere i nipoti che non ha avuto modo di conoscere, commentare con lui, di solito con asprezza, i cambiamenti del mondo, consultarsi per un affare che non ci conviene del tutto. Questo vorremmo fare, e non possiamo più. [Trad.: Lo vorrei ancora qui]