Rallenta l'inflazione in Bergamasca: a febbraio è scesa al 7,9%, a novembre era al 10%
Il merito è principalmente della frenata dei costi dell’energia, ma i costi dei prodotti alimentari rimangono alti
I prezzi rispetto a un anno fa rimangono alti in Bergamasca, ma la corsa dell’inflazione rallenta: a dirlo sono i dati diffusi ieri (giovedì 16 marzo) dall’Istat, che mostrano come nel mese di febbraio la curva si sia attestata al 7,9 per cento, mentre solo un mese fa arrivava addirittura all’8,5 per cento. Un valore che comunque era diminuito rispetto a dicembre, in cui era a quota 9,7 per cento ed a novembre era arrivato addirittura al 10 per cento.
L’andamento favorevole della variazione congiunturale
L’inflazione su base mensile, detta anche variazione congiunturale dei prezzi, nel confronto tra febbraio e gennaio 2023 è stata pari allo 0,1 per cento, dopo la variazione nulla di gennaio e il raggiungimento invece del valore massimo, ovvero il 3 per cento, a ottobre 2022.
Cosa però ha determinato la frenata? Come chiarito dall’Istat nella nota a corredo dei numeri, a incidere è stata la diminuzione dei costi dell’energia, sia per quanto riguarda il mercato tutelato che quello libero. In pratica, si è speso meno per ottenere le materie prime, trasportarle e lavorarle, di conseguenza anche per il prodotto finito c’è stata una diminuzione dei prezzi.
Rimangono alti i prodotti alimentari
C’è una categoria, però, in cui la decrescita è ancora troppo scarsa a Bergamo: si tratta dei prodotti alimentari e delle bevande alcoliche, che si attestano a un +11,6 per cento su base annuale e a un +1 per cento solo nell’ultimo mese. Nello specifico, secondo le stime di Palazzo Frizzoni, nell’ultimo mese sono cresciuti del 4,2 per cento i prezzi dei vegetali e dello 0,8 per cento quello di pani, cereali e carni. Crescono anche i costi di bevande alcoliche e tabacchi, con un +3,4 per cento su base annua e, nell’ultimo mese, un +2,2 per cento delle birre, un +0,4 per cento per gli altri alcolici e un +1,9 per cento dei tabacchi.
Aumenti per gli altri articoli, frena l’aumento dei costi energetici
Il settore del vestiario, con abbigliamento e calzature, è a +1,6 per cento su base annua, con mobili e articoli della casa a +4 per cento su base annua, prodotti culturali al 3 per cento. Per quanto riguarda i servizi, quelli sanitari hanno avuto un aumento del +0,9 per cento su base annua, comunicazioni ed apparecchi telefonici un +2,3 per cento, l’istruzione un +1 per cento, la ristorazione ed i servizi ricettivi un +4,6 per cento. I trasporti invece hanno avuto un tasso di crescita annuo del 6,7 per cento (a febbraio era invece al 7,2 per cento). Passando invece all’energia, il prezzo di gas e luce è arrivato a un +48 per cento su base annua, mentre a ottobre dell’anno scorso era arrivato a un punto critico con un +145,2 per cento.