Punti di domanda

Quale futuro per Hojlund? Non è un problema di soldi, ma di prestigio (ricordate Koopmeiners?)

Chiaro che di fronte a offerte esagerate è difficile resistere, ma anche il discorso tecnico pesa: conquistare o meno l'Europa conta molto

Quale futuro per Hojlund? Non è un problema di soldi, ma di prestigio (ricordate Koopmeiners?)
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di Fabio Gennari

Il tema, dopo la tripletta di Hojlund con la Danimarca, è tornato di grande attualità. I giocatori forti che si mettono in mostra e catturano l'attenzione dell'opinione pubblica sono, parallelamente, attenzionati anche dai tecnici e dagli scout delle migliori squadre d'Europa. Con un concetto molto semplice da capire ma che cozza, ovviamente, con il pensiero del tifoso: da una parte il prestigio, l'opportunità, il valore tecnico che garantiscono le big del calcio europeo, dall'altra la voglia degli appassionati di continuare a vedere la propria squadra sempre più forte.

L'acquisto del centravanti danese la scorsa estate per 17 milioni di euro conferma come il progetto valga più del presente. Il ragazzo è venuto a Bergamo nonostante lo Sturm Graz fosse in Europa League. A 19 anni, lavorare con l'Atalanta di Gasperini è stata considerata (a ragione) una grande opportunità di crescita e così, rispetto alla concorrenza, l'ha spuntata la Dea. La prossima estate, pur con ancora cinque anni di contratto, bisogna capire bene come andranno le cose perché è inevitabile che Hojlund sia nelle mire dei migliori club europei. Squadre che giocano sempre la Champions League.

E proprio la Champions è stata protagonista un paio d'anni fa del mercato atalantino, cioè quando Koopmeiners arrivò a Bergamo. In quel periodo si parlava molto anche dell'interessamento di Napoli e Roma per il capitano dell'AZ Alkmaar. Delle tre squadre in lizza, solo la Dea partecipava al massimo torneo continentale e il ragazzo scelse Bergamo anche per questo motivo. È un dato di fatto: a meno che ci sia un'offerta d'ingaggio assolutamente fuori da ogni logica, i giocatori (soprattutto quelli giovani e con un certo percorso di crescita alle spalle) guardano al contesto tecnico e al potenziale. Sia dentro lo spogliatoio che per le competizioni disputate.

Tornando su Hojlund, sul tavolo potrebbero finire un sacco di soldi (argomento pesante nelle valutazioni), la possibilità di giocare da protagonista (a soli 20 anni e per molti anni di carriera che, in quanto calciatore, non è infinita) il torneo più importante d'Europa e la giusta ambizione di chi pensa di poter puntare molto in alto. Il ragazzo sembra uno con la testa sulle spalle ed è evidente che un altro anno da protagonista in Serie A non possa che fargli bene. Tuttavia, la partita è aperta e in questo momento l'unica cosa da fare è sperare che nelle prossime undici partite con la Dea continui a giocare tanto bene come ha già dimostrato di saper fare in passato. Per il mercato, poi, c'è tempo.

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