L'allarme di Adiconsum Bergamo per la "truffa del sì" al telefono: come proteggersi
In certi casi, i clienti erano stati trasferiti alle società con false registrazioni telefoniche o moduli “taroccati”. Alcuni consigli
Adiconsum Bergamo lancia l’allarme su una serie di raggiri telefonici, con operatori che chiamano a casa e ricorrono alla cosiddetta “truffa del sì”. In pratica, all’utente viene fatta una domanda qualunque, alla quale risponderà di sicuro in modo affermativo. Dall’altra parte, però, registrano la dichiarazione e la spacciano come un consenso (ovviamente falso) di cambio contratto per la fornitura di energia.
Le persone si accorgono dell’inganno solo quando a casa arriva la bolletta di un’altra azienda. L’aumento del fenomeno è presto spiegato: tra gli operatori del settore è in atto una vera e propria battaglia per accaparrarsi il maggior numero di clienti. Questo perché 13,6 milioni di famiglie, ovvero il 45,7 per cento degli utenti in Italia, non è ancora passato a una tariffa del mercato libero e la scadenza è per l’anno prossimo. Quindi alcune realtà sarebbero disposte a qualsiasi mezzo pur di ottenere il risultato sperato. I call center chiamano a ogni ora del giorno e della sera, ancora più di quanto facevano pochi mesi fa.
«Quando chiamano - ha spiegato Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo - a volte non dicono nemmeno chiaramente per quale società operano, non danno informazioni su di loro o ne forniscono di errate. Offrono tariffe apparentemente convenienti e vantaggiose, oppure promesse impossibili da mantenere. Ci sono stati segnalati anche casi di apposizione di firme false, di mancato rispetto del diritto di ripensamento o richieste di firme su modulo generico informativo, a volte anche con il logo fotocopiato o appunto, come sta succedendo, con registrazioni "taroccate"».
Cosa fare per evitare le truffe o disconoscere il contratto
In alcune situazioni, il cliente non è mai stato chiamato dalla società e scopre che è stato "trasferito" solo con l’arrivo della prima bolletta. In questo caso, la presunta registrazione è del tutto inventata, per cui occorre fare denuncia, disconoscendo la registrazione e, se non si riuscisse a rientrare nel gestore storico, si deve aprire una procedura di riconciliazione con Arera. Infine, per non cadere prima in trappola, è sempre meglio in caso di telefonate di call center non rispondere mai «sì» (nemmeno a domande del tipo: «Parlo con la famiglia Rossi?»), non fornire dati anagrafici o codici come quello fiscale o Pod/Pdr, e nemmeno l’Iban. Si deve stare attenti anche agli agenti di vendita nei centri commerciali o agli stand in luoghi pubblici.
Se il consumatore si trovasse in questa situazione, la prima cosa da fare è inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno per «disconoscere il contratto», unitamente alla denuncia alle Autorità. Il contratto concluso per telefono, inoltre, è da considerarsi semplice proposta contrattuale: il professionista deve confermare l’offerta al consumatore, il quale è vincolato solo dopo aver firmato l’offerta o dopo averla accettata per iscritto, come previsto dall’art. 51, comma 6, del Codice del Consumo. In ogni caso, Adiconsum Bergamo, attraverso i propri sportelli, è a disposizione per aiutare i consumatori che si trovassero in questa situazione.