L'incidente sulla ciclopedonale della Val Brembana fa esplodere la faida ciclisti-pedoni
Il brutto scontro nella galleria di Sedrina, sulla pista che si può percorrere in bici o a piedi, scatena gli animi delle opposte fazioni sui social
di Wainer Preda
Domenica 26 marzo. Pista ciclopedonale della Val Brembana, zona Botta di Sedrina. Un ciclista investe un pedone alle spalle, dentro la galleria Maivista. Nell’impatto finiscono a terra. Dopo una discussione, colpa mia, colpa tua, il primo riparte verso casa. Il secondo - un 35enne originario di Salerno -, invece, attende l’arrivo dei carabinieri, chiamati da un testimone. Si scoprirà più tardi che, per le ferite riportate, rischia di perdere il braccio.
Fin qui l’episodio. Solo che la vicenda, riportata dai giornali, stavolta diventa il pretesto per una battaglia, a tratti feroce, sui social. Ciclisti contro pedoni.
Da una parte i sostenitori dell’attività a due ruote e relativi praticanti in tutina (francamente inguardabili). Dall’altra i detrattori della disciplina sportiva e promotori del passeggio all’aria aperta. In mezzo, gli automobilisti, che dei primi odiano le manovre improvvisate e dei secondi la sbadataggine (come se peraltro loro ne fossero esenti).
Ma tant’è, il dibattito esplode. Con toni da j’accuse, repliche piccate e divagazioni. A dar fuoco alle polveri, una donna: «Non temo smentita quando dico che i ciclisti corrono come dei pazzi e ti passano a sfioro. Si sa, sono padroni di tutto e di tutti ’sti...». Passano pochi minuti ed ecco la reazione: «Su quella ciclopedonale, chiunque la fa da padrone. Anche i pedoni che stanno accanto in 3-4 occupando le corsie». Poi arriva quello della via di mezzo: «Essendo una ciclopedonale, entrambe le parti hanno diritto di passare, con il dovuto rispetto e con le dovute regole/precauzioni». Mica di sbagliare.
Segue quello dell’immancabile esempio personale: «Stamattina ho visto cose allucinanti: un ciclista passato col rosso, che ha fatto lo slalom tra i pedoni che attraversavano al semaforo verde per loro». E poi ampia carrellata di «se al posto del 35enne ci fosse stato un bambino» e relative, drammatiche, ipotesi. A cui replicano quelli dalla soluzione facile: «Targhiamo le biciclette, così si danno una regolata». Poi arrivano i filosofi: «Finché non si cambia la mentalità nulla cambierà». E i critici dell’acqua calda: «Mancano i controlli, le sanzioni, le informazioni: come da tradizione in questo paese manca tutto!».
C’è chi esalta il Trentino (ma abita ancora qui). E tanto per non farsi mancare nulla, la colpa è, una volta di più, dei giornalisti. «Finitela di attaccare i ciclisti, voi e i tg». Che Paese meraviglioso.