Il murales di via Bonomelli? Troppo londinese. Ecco l'alternativa bergamasca
«Lo si sarebbe potuto dare in italiano quel benvenuto», scrive sui social l'avvocato Marco Saita. Che propone anche una nuova immagine
Con il suo «Welcome to Bergamo» lancia il suo benvenuto a chiunque arrivi a in città, che sia turista o pendolare, lavoratore o studente. Eppure, non tutti hanno dato dato il benvenuto a lui. Il murales comparso da qualche tempo in via Bonomelli 9 e commissionato dall'impresa che sta svolgendo i lavori di ristrutturazione dello stabile sta facendo discutere. Tra le provocazioni più pungenti c'è quella di Marco Saita.
«Lo si sarebbe potuto dare in italiano quel benvenuto»
L'avvocato, di certo non nuovo a stilettate di questo tipo, ha scritto un post Facebook di commento all'opera che rappresenta una ragazza mentre innaffia dei fiori con una teiera: «Lo si sarebbe potuto dare in italiano (non dico in bergamasco), secondo me, quel "benvenuto", ma il punto è un altro. "Would you like a cup of tea?" non è la frase che rivolgiamo abitualmente ai nostri ospiti.
A Londra, magari, non certo a Bergamo. Qui è più "Ho appena fatto la polenta. Ne vuoi un po'?". Cultura è territorio. “Benvenuti a Bergamo"».
La nuova immagine
Le parole sono coniugate alle immagini, dato che Saita arriva a proporre un disegno alternativo. Sullo sfondo, si notano a colori sgargianti il profilo di Città Alta e le porte di Bergamo; in primo piano, spicca quello che sembra un Giopì (anche se gli mancano i tre caratteristici gozzi) davanti a una tavola imbandita con vino e polenta. In poche parole, nulla di più tradizionale.