Grazie per quell'istante, Giorgio

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Anni fa. Castiglione della Pescaia. Agosto, mezzogiorno, parking della Bruna - il canale da cui partì Fogar per il suo giro del mondo in barca. Mentre scendo dalla macchina mia figlia mi fa notare una giovane signora tedesca che ha appena chiuso la portiera lato passeggero della Mercedes SL argento con cui è arrivata. Targa HEF. Hersfeld-Rotenburg. Siamo stati a Rotenburg, una volta. La signora indossa un abito di lino écru lievemente trasparente. Si muove in maniera elegante.
Mentre ci avviamo al super Maddi mi racconta di aver letto un racconto di Faletti - non ricorda il titolo - in cui si spiega perché i mariti tradiscono le mogli mettendo a confronto due modi di uscire dalla macchina: uno è quello che mi ha appena indicato, l'altro quello di chi - grassa, sudata, coi capelli dietro schiacciati e la borsa coi sedani - fa fatica a tirar fuori dall'abitacolo le cosce cellulitiche, i piedi strabuzzanti, il vestitino da casa gualcito. Le era piaciuto molto quel racconto e me lo riassumeva sorridendo. È bella Maddi che sorride.
Non ho letto nulla di Faletti. Anche i libri hanno i loro giri. Mi ha soltanto salvato quell'istante. Il massimo che un uomo possa fare. Grazie, Giorgio Faletti.

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