Il restauro del Coro dei Laici in Santa Maria Maggiore svela una figura che si credeva perduta
Si è conclusa la prima parte del restauro dell'opera, parte del cinquecentesco coro ligneo, commissionato da Fondazione Mia
Torna a splendere il Coro dei Laici della Basilica di Santa Maria Maggiore. Si è conclusa la prima parte del grande restauro dell'opera, parte del cinquecentesco Coro ligneo di Giovan Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto, commissionato da Fondazione Mia (che ne è il gestore) e partito nell'aprile 2022, a cura di Luciano Gritti dell'omonima Bottega di restauro con la supervisione della supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, con Fondazione Banca Popolare di Bergamo in veste di partner esclusivo.
Il restauro, reso necessario e urgente per preservare il bene dal deperimento dovuto allo scorrere del tempo, ha seguito le tecniche più innovative: i lavori hanno previsto il monitoraggio micro-climatico dell'ambiente, una campagna di analisi per studiare le tecniche esecutive e le antiche vernici, la pulitura svolta con metodi tradizionali e sistemi laser di ultima generazione, il consolidamento e la disinfestazione dell'opera, la scansione 3D dell'intero Coro, il rilievo Cad di tutti gli elementi che lo compongono e la campagna fotografica di documentazione.
L'intervento ha permesso di scoprire opere inedite, tra cui un affresco di fine Trecento raffigurante una Madonna col Bambino e un'opera attribuita al pittore pavese del Cinquecento Francesco Rosso, intarsiata da Giovan Francesco Capoferri, raffigurante Caino e Abele: fino a oggi, si credeva che la figura di Caino fosse stata persa per sempre. La terza grande scoperta attiene all'antico sistema di "coperti" delle tarsie, la cui funzione è ora finalmente chiara agli studiosi, rivelando il suo originale meccanismo a scomparsa unico e mai visto in un oggetto di questo tipo.
"Cantiere vivo": l'area dei lavori sempre accessibile
Questo restauro non è altro che la prima parte di un più ampio intervento ancora in corso, che restituirà alla città di Bergamo l'intera sequenza di tarsie lignee (ben ventinove) raffiguranti immagini di storie bibliche e simboliche, la cui esecuzione si colloca tra il 1523 e il 1555. Quello allestito all'interno della Basilica di Santa Maria Maggiore è un "cantiere vivo" che, delimitato da pannelli di plexiglas su cui sono riportati testi, immagini e Qr code che permettono l'approfondimento di contenuti, mantiene l'area dei lavori sempre accessibile ai visitatori.
In occasione del restauro, Fondazione Mia ha pubblicato anche il volume "Lorenzo Lotto. Lettere. Corrispondenze per il coro intarsiato" (Officina Libraria, 2023) a cura di Corrado Benigni e Mauro Zanchi. Il volume riproduce integralmente le trentanove lettere inviate tra il 1524 e il 1532 da Lorenzo Lotto ai reggenti della Misericordia Maggiore di Bergamo.