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Gli studenti fuori sede dell'Università distruggono il mito di Bergamo città universitaria

L'Ateneo sta investendo in nuovi alloggi, ma intanto i giovani denunciano la poca offerta, prezzi elevati, assenza di trasporti e diffidenza

Gli studenti fuori sede dell'Università distruggono il mito di Bergamo città universitaria
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di Camilla Amendola

«Ho una stanza in affitto in Città Alta. Pago 218 euro di affitto, spese escluse, ma non supero mai i 300 euro al mese». Irene ha 21 anni e da Trento si è trasferita a Bergamo per studiare Scienze della Comunicazione. La sua esperienza d’affitto si può definire - in ottica del cosiddetto rapporto qualità-prezzo - positiva, ma è decisamente diversa da quella della maggior parte degli studenti fuori sede della nostra Università. Non un problema da poco se si considera che dei circa 22 mila iscritti attualmente all’Ateneo cittadino, ben diecimila arrivano da fuori provincia.

Costi alti e poche case

Libera, studentessa ventenne di Psicologia originaria di Milano, vive una situazione molto diversa: «Mi trovo malissimo. Gli affitti a Bergamo sono esorbitanti rispetto a quanto offre la città. Se vuoi una stanza singola, di solito minuscola, devi pagare un sacco. Io pago 430 euro al mese per una camera, spese incluse». Di parere simile è anche la sua coinquilina, Alessandra, che ritiene il suo affitto decisamente troppo alto: «Pago 560 euro. Ho una camera mia e ho il bagno in stanza, ma a questa cifra riuscirei ad affittare un monolocale tutto per me in una qualsiasi altra città universitaria».

Università di Bergamo

La casa in cui vivono le due ragazze è nella centralissima via Tasso, ma dicono che anche cercando in altre zone la situazione cambia poco.

Luca, 23 anni di Lecco, studia Ingegneria gestionale a Dalmine. Avrebbe voluto prendere in affitto un appartamentino o anche solo una camera singola, ma non è stato possibile: «Trovare una casa in questa zona è davvero ostico: le abitazioni sono poche, le richieste di affitto sono tante e i prezzi sono decisamente troppo alti». Per questo ha chiesto la possibilità di ottenere un alloggio universitario. E così è stato: «Attualmente pago 180 euro al mese per una doppia, tutte le spese sono incluse».

La diffidenza dei bergamaschi

Oltre all’alta richiesta economica, ci sono anche altre variabili che rendono complicato trovare una stanza in affitto a Bergamo. Lo dimostra la storia di Roberta, studentessa 28enne del Conservatorio Donizetti e pianista professionista: «Sono siciliana, di Messina. Per me trovare una casa è un’impresa titanica. Faccio tantissimi colloqui, via messaggio gli sembro l’inquilina perfetta, ma quando sentono il mio accento spariscono con scuse assurde». Anche Nora, compagna di corso di Roberta, conferma: «Tanti bergamaschi sono ancora diffidenti. Molti affittuari non concedono stanze o letti a stranieri o meridionali. Chiedono davvero tante garanzie e, spesso, nemmeno pagando in anticipo concedono l’affitto».

Poche abitazioni a prezzi alti fanno sì che gli studenti debbano cercare metodi alternativi per vivere in città. «Sono siciliano e per poter studiare a Bergamo vivo a casa di alcuni miei parenti - dice Antonio, 22 anni, studente di Ingegneria gestionale -. Sono stato molto fortunato. I miei genitori mi inviano circa 500 euro al mese per le spese extra, oltre al famoso “pacco da giù” con il cibo. Così posso dire che a Bergamo vivo bene».

Stanze condivise e poco aiuto

Non tutti hanno la fortuna di Antonio. E neppure quella di trovare una camera tutta per sé. Molti si sono dovuti accontentare di una stanza condivisa, come Asia: «Pago 400 euro al mese per un letto in camera doppia. La casa si trova poco fuori dal centro e sinceramente il prezzo mi pare esagerato, anche perché tutto quello che c’è di davvero mio in casa è il letto, il resto è in condivisione».

Nonostante ci sia anche chi può permettersi soluzioni invidiabili - come Sarah, che ha optato per una sorta di “all inclusive” a 520 euro al mese in una via privata che dà su viale Vittorio Emanuele -, molti studenti ammettono di non avere la disponibilità economica per permettersi una stanza. «Pago 180 euro al mese. So che per molti è una cifra bassa, ma per me e la mia famiglia non lo è. Vorrei avere più sostegno da parte dell’Università, che invece concede la precedenza ai poveri assoluti e agli stranieri. Per poter accedere con priorità agli alloggi universitari devi avere un Isee inferiore ai settemila euro...», racconta Alice, 22enne originaria della Sardegna. (...)

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