Quanto corre l'Atalanta? Tanto, ma quello che conta è la qualità e non i chilometri percorsi
Nel calcio è decisivo come si sta in campo e la qualità dell'azione fisica a sostegno del gioco: se il volume è alto ma si gira a vuoto diventa un problema
di Fabio Gennari
Lo abbiamo detto più volte, soprattutto quando la squadra volava nei risultati e lo faceva schiacciando gli avversari sul piano fisico: non conta quanto si corre ma come lo si fa. Sia in termini di intensità che di attenzione, fisica e mentale, alle mosse dell'avversario da anticipare con foga, veemenza e quella rabbia sportiva che spesso ti permette di andare oltre i tuoi limiti.
L'Atalanta 2022/23, dati alla mano, è una delle squadre migliori sul piano della corsa. Eppure, guardando le partite, sembra il contrario. Secondo le statistiche della Lega di Serie A, la Dea è seconda in campionato per media di chilometri percorsi a partita dietro la Lazio: 116,089 i biancocelesti, 112,682 i bergamaschi, che sono anche davanti all'Inter (112,444).
Prendendo in esame la quota a ritmo di corsa e di scatto, i due valori più "dinamici" dei tre presi in esame (l'altro è la camminata durante le partite), si nota come l'Atalanta sia comunque ben messa: davanti c'è sempre la Lazio, ma i bergamaschi sono quarti sia per la velocità media che per quella in scatto.
In particolare, la porzione di scatto vede la Lazio a 10,058 km, l'Inter a 9,777, il Milan a 9,497 e la Dea ferma a 9,347 km di media a partita. Si tratta di dati importanti, perché confermano quanto "pesi" poco sulla prestazione il volume del movimento che viene fatto rispetto all'efficacia del gioco, delle scelte, delle letture sulle seconde palle o dell'anticipo sull'avversario. Quindi non è vero che l'Atalanta corre poco o più piano degli altri, ma, in certi frangenti e in situazioni anche molto diverse, i nerazzurri corrono semplicemente peggio delle avversarie.