Il questore Stanislao Schimera: «Bergamo fra le città più sicure d'Italia»
Stamattina (12 aprile) la cerimonia del 171esimo di fondazione della Polizia di Stato. Il luogo: l'Istituto Pesenti di Bergamo
di Wainer Preda
Quando, a conclusione del suo discorso, dice «viva la Polizia, viva l'Italia!», al questore di Bergamo Stanislao Schimera vengono gli occhi lucidi. Quelle parole sentite gli arrivano dal profondo, non sono frasi fatte. È lo spirito di servizio, di 40 anni di orgogliosa e umile attività. Di abnegazione per lo Stato, di vicinanza al prossimo, di sacrifici delle famiglie che hanno accettato quel ruolo, difficile, del poliziotto.
Parla ai suoi "ragazzi", lì dì fronte, Schimera. Sono in alta uniforme, con spade, gradi e fregi in bella vista, per festeggiare il 171esimo anniversario della Polizia di Stato. L'evento si è tenuto oggi, mercoledì 12 aprile. Davanti ha politici e autorità. C'è il messaggio di saluto e riconoscimento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Quello del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Quello del capo della Polizia Lamberto Giannini.
I poliziotti premiati con lodi e encomi
Ma il questore si rivolge soprattutto ai suoi uomini. Distribuisce encomi e lodi. Ai due membri della Digos Antonio Marini e Corrado Citaristi. Agli ispettori della Polizia Stradale Patrizio Giuseppe Carrara, Mauro Chiesa, Antonio Saponaro, Giuseppe Pilenga e Raffaele De Luca. A Mirko Vernola e Giuseppe Stefanelli. E poi a Omar Turani, Mauro Lozza e Ennio Pelliccioli della Squadra Mobile. A Mauro Bruni e Donato Ponziello della divisione Anticrimine. E a Marco Cusimano della Polizia scientifica.
«Tutti gran professionisti nei rispettivi settori e premiati per il loro impegno esemplare», dice il questore. «Bergamo è una della città più sicure d'Italia anche grazie al lavoro silenzioso e spesso nascosto di questi uomini».
Il Pesenti, non a caso
Loro sfilano con la divisa blu, poi salgono su quello che non è un palco qualunque. È l'ex officina meccanica dell'Istituto professionale Pesenti di Bergamo, scelto non a caso per questa cerimonia. «Qui si forgiavano i metalli incandescenti, è il simbolo di quello stiamo cercando di fare oggi, forgiare i ragazzi - dice in un video la preside Veronica Migani -. In questo scuola ci sono 47 differenti nazionalità e cerchiamo di aprire loro un futuro».
«La scelta di essere qui, tra i ragazzi del Pesenti, che ci hanno accolto con grande gioia è un messaggio chiaro e indiscutibile di vera e sincera vicinanza al mondo dei giovani e delle loro problematiche. Viene facile parlare di inclusività e accoglienza, ora, miei cari ospiti avete la opportunità di toccarla con mano e saggiarne la reale portata», conclude il questore.