Animali maltrattati

Cani denutriti e un labrador morto congelato: a processo allevatori di Piario

Gli animali erano tenuti legati con catene corte

Cani denutriti e un labrador morto congelato: a processo allevatori di Piario
Pubblicato:
Aggiornato:

I cani erano legati con catene molto corte, uno di loro era tenuto al buio in una stalla. Non avevano riparo dal freddo, l'acqua nella ciotola era malsana e in certi casi il cibo dato loro sarebbe stato avariato. Fattori che avrebbero portato alla morte di uno degli animali. Queste le accuse nei confronti di tre allevatori di Piario, padre di 65 anni e i due figli di 35 e 30 anni, finiti a processo per maltrattamento di animali.

Le condizioni degli animali

La vicenda è riportata oggi (martedì 18 aprile) dal Corriere Bergamo: i fatti sarebbero stati riscontrati in due diverse occasioni, la prima nell'agosto del 2016 e la seconda nel gennaio del 2017. Gli animali coinvolti sono un husky, due pastori tedeschi, uno bergamasco e un border collie.

Quell'estate erano intervenuti i carabinieri nell'azienda agricola, dove si allevano maiali, per questioni di vicinato. Era il 26 agosto, nel cortile trovarono l'husky che, nella ricostruzione dell'Accusa, era «malnutrito e vistosamente impaurito», legato con un moschettone a una catena lunga appena un metro e cinquanta, con acqua «verde e limacciosa» e scarti di cibo avariati, che emanavano un «potente fetore».

L'inverno successivo, il 17 gennaio, erano arrivati i veterinari di Ats, che avevano dovuto chiamare i carabinieri per poter entrare nella tenuta agricola. Avevano così trovato i due pastori tedeschi, quello bergamasco ed il border collie legati a catene molto corte, uno di loro era tenuto in una stalla senza luce. Il labrador era morto congelato in una gabbia esterna, dove si trovava la sua cuccia, la ciotola con l'acqua ghiacciata e nessuna traccia di cibo. Aveva ferite alle zampe ed evidenti segni di denutrizione. A quanto pare, era deceduto da almeno un giorno, ma nessuno se n'era accorto.

La difesa degli allevatori

In aula, due veterinari di Ats hanno però fornito una versione contrastante, in cui non giudicavano drastiche le condizioni degli animali e sostenevano che uno dei cani, aggressivo, doveva per forza essere tenuto legato. Gli imputati, con il loro legale, sostengono che gli animali non fossero i loro e che non hanno idea di chi li abbia messi alla catena, forse una delle persone che lavorano nella loro azienda.

Per quanto riguarda il labrador morto, hanno detto che, con molta probabilità, era arrivato dalla vicina pista ciclabile. Alla prossima udienza, che avrà luogo il 9 giugno prossimo, potrebbe arrivare la sentenza del giudice.

Seguici sui nostri canali