Un lunghissimo viaggio

L'epopea di Mougna Doumbia, dal cuore dell'Africa a Ponte San Pietro

Lampedusa, Milano, Bergamo, Botta di Sedrina. Oggi è operaio alle Ghiaie e ha comprato casa: i mobili glieli ha regalati la gente del paese

L'epopea di Mougna Doumbia, dal cuore dell'Africa a Ponte San Pietro
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di Laura Ceresoli

Mougna Doumbia, dopo una serie di fatiche quotidiane, è stato costretto a lasciare la propria terra, il Mali, per tentare di costruirsi una vita migliore in Italia. A marzo è giunto fino a Locate, frazione di Ponte San Pietro, dove, con molti sacrifici, è riuscito a comprare casa. Quando ha varcato la soglia dell'immobile, il ragazzo si è però trovato di fronte a un imprevisto che non aveva calcolato. I vecchi proprietari avevano lasciato le stanze in condizioni non ottimali e prive di ogni arredo, letto compreso. Mougna aveva impegnato tutti i risparmi nel mutuo e così si è trovato in difficoltà economiche.

Il primo a tendergli la mano è stato il suo vicino di casa, Giorgio Zanchi, che abita al piano di sotto e che ha lanciato un appello a tutti coloro che avessero mobili da buttare. L'annuncio è arrivato subito dritto al cuore dei locatesi, che si sono dimostrati persone di grande umanità. C'è chi ha donato la prima brandina e materasso, chi gli ha dato consigli su come rimettere in sesto l’appartamento e, nel giro di pochi giorni, sono stati reperiti pure i mobili che si potranno ritirare la settimana prossima in un appartamento a Colognola.

Preziosa è stata anche la collaborazione di Claudio Locatelli, legale rappresentante della cooperativa “Il Sogno” che abita nella stessa via di Mougna e che ha fatto da tramite per aiutarci a ricostruire la storia travagliata di questo giovane africano.

La palazzina a Locate dove vive Mougna

La fuga e il lungo viaggio

Ne è trascorso di tempo da quando, nella primavera 2012, Mougna, allora tredicenne, viveva a Gao, nel nord del Mali. La sua era una famiglia normale, come tante altre: il padre era commerciante, aveva un bellissimo emporio. Lui andava ancora a scuola quando il crollo del potere statale aveva permesso a un movimento Tuareg laico e separatista, il Movimento Nazionale di Liberazione dell'Azawad, di conquistare il controllo delle principali città del nord e di dichiarare unilateralmente l'indipendenza.

Il sogno di un Azawad indipendente durò tuttavia meno di due mesi, in quanto il potere fu presto preso da un gruppo integralista islamico che impose sanzioni pesanti, come tagliare le mani per le accuse di furto, imporre alle donne di indossare l'hijab in pubblico, separare i ragazzi e le ragazze a scuola e impedire loro di ascoltare musica. Nel giro di poco, la famiglia e la vita di Mougna cambiò radicalmente, l’attività del padre subì parecchi controlli, fino al giorno in cui gli venne bruciato il negozio e fu praticamente deportato. Di lui non si seppe più nulla.

Mougna decide quindi di partire per cercare un futuro migliore. Il primo passo naturale per lui è la rotta verso l’Algeria, dove soggiorna per qualche mese ospitato da un caritatevole che gli consiglia di non tornare più in Mali dove non c’è per lui più futuro appunto, ma di proseguire verso la Libia e da lì tentare un imbarco verso l’Europa. (...)

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