10 frasi in bergamasco sulle pulizie in casa
Il famigerato "Mèt sö i patine" le batte tutte
di Vecchio Daino
Il detto la mé cà e po’ piö esprime alla perfezione il nostro attaccamento alle quattro pareti che ci ospitano. Ma non ci accontentiamo di abitarle: sotto la spinta inesauribile delle nostre regiure facciamo in modo che siano sempre pulite e accoglienti, arrivando in casi estremi alla sanificazione da sala operatoria. Ecco un decalogo che ognuno di noi dovrebbe conoscere a memoria.
1. Mèt sö i patine
Il pavimento per la regiura bergamasca dovrebbe poter sostituire le funzioni di uno specchio. Da lì la necessità di indossare le famigerate patine, in alternativa all’esilio dalle mura domestiche. [Trad.: Metti le pattine]
2. Se l’vé ergü a l’gh’à de troà nèt
Può anche darsi che tra una visita e l’altra passino mesi, ma non possiamo certo farci cogliere impreparati. L’immagine della casa deve essere irreprensibile, ne va della dignità di chi la gestisce. [Trad.: Se viene qualcuno deve trovare pulito]
3. Töcc i agn mè ’mbiancà
Comandamento che richiede la riluttante collaborazione del marito, che ogni anno si deve improvvisare imbianchino. Dopo qualche tempo però acquisisce un’esperienza che lo rende più rapido ed efficiente. [Trad.: Tutti gli anni bisogna imbiancare]
4. Ol giardì te gh’é de tègnel (pò a’ l’órt)
Non esiste che in giardino ci sia l’erba alta, o che l’orto langua in una selva di erbacce. Il nostro DNA di agricoltori ne soffrirebbe, e la vicina zabèta avrebbe argomenti a favore nel trattare il tema della nostra trascuratezza. [Trad.: Il giardino devi tenerlo (anche l'orto)]
5. La cà la gh’à de ciapà aria
Lo sa qualunque membro della famiglia esposto a temperature polari, quando le finestre si spalancano anche in pieno inverno. Ma, si sa, il freddo fortifica e corrobora mente e corpo. [Trad.: La casa deve prendere aria]
6. I mestér mè fài de fì
C’è solo una cosa che irrita la regiura più del trascurare i lavori domestici: farli in modo grossolano. Così non lesinerà critiche a chi, animato da buone intenzioni, non ha seguito i suoi rigorosissimi parametri. [Trad.: Bisogna fare i mestieri di fino]
7. Gh’ét la cua?
Lasciare aperte le porte è un’abitudine che può provocare danni inimmaginabili. Dalle numerose malattie che generano le correnti d’aria all’intrusione di estranei nel nostro domicilio. Chiuderle è quindi un prezioso atto di prevenzione. [Trad.: Hai la coda?]
8. I löm i è de smorsà
Non ci sono mai piaciuti gli sprechi, per il nostro innato senso della parsimonia. Figuriamoci adesso, con i costi dell’energia elettrica saliti alle stelle. La sostenibilità noi ce l’abbiamo nel sangue. [Trad. Le luci sono da spegnere]
9. I piàcc mè fài söbet
È intollerabile la visione dell’acquaio pieno di posate e stoviglie, mentre ci si accinge a bere il caffè mattutino. Per questa ragione il lavaggio va eseguito immediatamente dopo i pasti, e deve essere comprensivo di asciugatura. [Trad.: I piatti vanno lavati subito]
10. A Pasqua s’böta ’n aria la cà
Le pulizie di Pasqua sono affrontate dalle regiure come battaglie campali in cui sono contemporaneamente generali, strateghi e soldati. Normalmente non fanno prigionieri, e non sopravvive nemmeno un batterio. [Trad.: A Pasqua si butta all'aria la casa]