“Da Monet a Warhol”: a Sarnico sessanta capolavori da Johannesburg
Oltre un secolo di arte attraverso i suoi maggiori interpreti: Degas, Picasso, Bacon, Lichtenstein e tanti altri
Alla Pinacoteca Bellini di Sarnico arriva una mostra che non teme il confronto con quanto proposto dall’Accademia Carrara, almeno sulla carta. Dal 19 maggio al 3 settembre l’esposizione “Da Monet a Warhol. Capolavori della Johannesburg Art Gallery” porta sulla sponda bergamasca del lago d’Iseo sessanta opere, tra olii, acquerelli e grafiche che ripercorrono oltre un secolo di arte internazionale, attraverso i suoi maggiori interpreti, da Claude Monet a Edgar Degas, da Dante Gabriel Rossetti a John Everet Millais, da Pablo Picasso a Francis Bacon, da Roy Lichtenstein a Andy Warhol e molti altri.
La mostra ricorda Nelson Mandela (1918-2013), a 10 anni dalla scomparsa. È curata da Simona Bartolena e da Massimo Rossi, conservatore del museo, prodotta e organizzata da ViDi Cultural in collaborazione con l’Associazione Il Ponte di Sarnico, con il patrocinio del Comune.
Claude Monet, Primavera, 1875, olio su tela, ©Johannesburg Art Gallery
Dante Gabriel Rossetti, Regina Cordium, 1860, olio su tavola, ©Johannesburg Art Gallery
Edgar Degas, Due ballerine, 1898, pastello su carta, ©Johannesburg Art Gallery
Il racconto prende idealmente avvio dall’Ottocento inglese e da due opere di William Turner e prosegue con il dipinto di Alma-Tadema, “La morte del primogenito”, raffinata e malinconica scena ambientata in un oscuro e immaginifico Egitto, e con i lavori di due dei maggiori esponenti dei Preraffaelliti, John Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti di cui viene esposto un capolavoro, “Regina cordium”, la regina di cuori, ovvero Elizabeth Siddal, con la quale il pittore visse un’intensa quanto sfortunata storia d’amore, conclusa con il probabile suicidio della donna.
La mostra continua con un’ampia sezione dedicata agli esiti della pittura di fine Ottocento e si apre con quei pittori che scelsero un nuovo approccio al vero in pittura, quali Jean-Baptiste Camille Corot, qui con un piccolo “Paesaggio”, Gustave Courbet con lo scorcio della scogliera normanna di Étretat e Jean-François Millet. La generazione impressionista, introdotta da autori quali Eugéne Boudin e Johan Barthold Jongkind, viene rappresentata da Edgar Degas (“Due ballerine”), Claude Monet (“Primavera”) e Alfred Sisley.
Il percorso prosegue con alcuni protagonisti della scena post-impressionista: Paul Cézanne (I Bagnanti), Vincent Van Gogh (Ritratto di un uomo anziano), Pierre Bonnard, Edouard Vuillard.
Varcando la soglia del Novecento, s’incontrano le opere di due dei maestri più celebrati del secolo: Henri Matisse e Pablo Picasso che aprono alle nuove istanze dell’arte contemporanea, con Ossip Zadkine e altri. Non mancano esponenti della seconda metà del secolo: i britannici Francis Bacon e Henry Moore, e i due protagonisti della pop art americana Robert Lichtenstein e Andy Warhol, di cui si presenta il trittico dedicato a Joseph Beuys.
Chiude idealmente la mostra una sezione che indaga l’arte sviluppata in Sudafrica nel Novecento. In particolare si possono ammirare le opere di Maggie Laubser, una delle esponenti dell’espressionismo sudafricano e i lavori di Maude Sumner, Selby Mvusi e George Pemba, pittori dai forti interessi per il sociale.