di Paolo Aresi
Non consola osservare che lo sapevamo già, perché si spera sempre di migliorare. Invece no, Bergamo rimane in fondo alla classifica europea della qualità dell’aria, insieme a gran parte della Pianura Padana. L’ultima classifica curata dall’Agenzia europea dell’ambiente ha riguardato 372 aree urbane del vecchio continente: ebbene, Bergamo si è classificata al 356° posto.
Il risultato rappresenta la media delle rilevazioni del biennio 2021-2022; le città più inquinate d’Europa risultano essere Piotrkow Trybunalski e Nowi Sacz in Polonia e Slavonscki Brod in Croazia. La peggiore delle italiane è Padova, nella quintultima posizione (367° posto). Bergamo va a braccetto con Piacenza, Brescia e Venezia.
Il dato non è nuovo, era già emerso durante l’epidemia di Covid, se ne era parlato nell’estate del 2020 perché alcuni studiosi di università in Olanda e negli Stati Uniti avevano messo in relazione la virulenza del Covid-19 con la situazione dell’inquinamento.
Sottolinearono che un rapporto sembrava proprio esserci: pareva che il virus avesse colpito di più nei territori maggiormente inquinati e Bergamo era già stata identificata come uno dei luoghi dove l’aria che respiriamo è tra le peggiori d’Europa.
Si era anche cercato di dare una spiegazione riferendosi ai microtraumi e microlesioni che le particelle Pm 2,5 (granelli di polvere che misurano al massimo 2,5 micron) possono provocare alle vie respiratorie, indebolendole.
Ma si era anche detto che a causa di queste particelle il virus diventa più facilmente trasmissibile rispetto a quanto accade dove l’aria è pulita, dove non ci sono granelli di polvere a cui i microrganismi possono “aggrapparsi”.
Conferme ufficiali di queste ipotesi non se ne sono avute. Si è invece registrata la conferma che davvero la zona Padana, compresa Bergamo, soffre dei più alti tassi di inquinamento (…)