L'appello

Crisi della Elcograf, a rischio 500 dipendenti in Bergamasca. I sindacati: la politica agisca

La lettera ai parlamentari, le richieste al Governo e l'incontro tra le sigle e la Direzione. Le vicende di un'azienda in difficoltà

Crisi della Elcograf, a rischio 500 dipendenti in Bergamasca. I sindacati: la politica agisca
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Dopo anni di cassa ordinaria, straordinaria e contratti di solidarietà, emerge in tutta la sua gravità la crisi che sta investendo la Elcograf Spa, presente in provincia a Bergamo, Treviglio e Madone. In totale, nelle tre sedi a rischiare sono cinquecento addetti. L'azienda è nata tra l'ottobre 2008 e il gennaio 2012 con l'acquisizione, da parte della Pozzoni, dell'intero capitale di Mondadori Printing, che ha portato le due società ad unirsi sotto lo storico marchio per la stampa di agende, periodici, volantini e libri illustrati.

«Sono già in corso fuoriuscite di pre-pensionamento che sfruttano la legge n. 416 del 1981 per i lavoratori dell’editoria - hanno spiegato oggi Tobia Perini della Cgil, Luca Legramanti di Cisl e Bruno Locatelli della Uil di Bergamo -. Nei prossimi mesi saranno in centoventi a lasciare l’azienda con questa modalità, ma ci chiediamo che destino avranno gli altri ad inizio 2024». A luglio scade, infatti, il periodo di cassa straordinaria, che sarà prorogata solo fino al 31 dicembre. Quello che i sindacati chiedono al governo è il superamento del quinquennio mobile e, dunque, la possibilità di poter accedere a ulteriori ammortizzatori sociali.

A metà marzo, le sigle avevano rivolto un appello, con una lettera aperta, ai parlamentari bergamaschi dei vari partiti. «Gli unici a risponderci - hanno affermato i rappresentanti - sono stati Antonio Misiani e Daisy Pirovano». Ieri (27 aprile), intanto, si è tenuto un incontro con la Direzione nella sede di via Zanica, nell'ex sito di Arti Grafiche. Oltre ai sindacalisti di Bergamo, sono intervenuti esponenti nazionali delle associazioni dei lavoratori.

«Durante il confronto ci sono stati forniti dati economici che non possono non destare allarme. Siamo preoccupati. Chiediamo al più presto all'impresa di illustrarci un piano industriale realistico perché, fino ad ora, non ci è sembrato di ascoltarne uno credibile. La politica deve aiutare le aziende del comparto nei loro processi di riconversione, come dichiarato dalle nostre segreterie nazionali al sottosegretario all’Editoria».

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