Inchiesta Covid, trasferiti a Brescia gli atti su mancata zona rossa e piano pandemico
Piazza Dante ha dunque "abbandonato" i due filoni principali del procedimento. Resta la questione dell'ospedale di Alzano
Trasmessi dalla Procura di Bergamo alla Procura distrettuale di Brescia gli atti dei due filoni principali sull'inchiesta Covid, ovvero quelli sulla mancata zona rossa e la mancata attuazione del piano pandemico. A piazza Dante, a questo punto, rimane solo il ramo relativo all'epidemia scoppiata all'interno dell'ospedale di Alzano.
Il trasferimento degli atti dei due filoni principali
A riportare i dettagli è oggi (sabato 29 aprile) L'Eco di Bergamo: già nei giorni scorsi il procuratore generale bresciano Guido Rispoli aveva accolto l'istanza dei difensori di Agostino Miozzo, coordinatore all'epoca del Comitato tecnico scientifico, poiché per i pm avrebbe concorso nel reato di mancata applicazione della zona rossa insieme all'ex premier Giuseppe Conte e l'ex ministro della Salute Roberto Speranza. Le cui posizioni però sarebbero state stralciate dalla Procura di Bergamo per passare di competenza a quella bresciana, che ha in seguito trasmesso gli atti al Tribunale dei ministri.
Dallo stesso Rispoli era arrivata la richiesta di trasmettere gli atti relativi anche agli altri indagati per i reati di epidemia colposa per mancata applicazione della zona rossa (tra gli indagati anche il governatore lombardo Attilio Fontana) e omicidio colposo. I magistrati orobici hanno acconsentito e hanno inoltre trasmesso il filone relativo all'epidemia colposa dovuta alla mancata attuazione del piano pandemico. A Brescia, poi, finirà anche il fascicolo di rifiuto d'atti d'ufficio contestato all'ex assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera, il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro e l'allora capo della Protezione civile, Angelo Borrelli.
A Bergamo rimane il caso dell'ospedale di Alzano
Ai giudici orobici, dunque, rimane solo il filone relativo alla diffusione della malattia all'interno dell'ospedale di Alzano e sui reati correlati per morti e lesioni colpose tra i dipendenti della struttura, oltre che i falsi ideologici. Indagati a vario titolo sono il direttore generale dell'Asst Bergamo Est, Francesco Locati, l'ex direttore sanitario Roberto Cosentina, l'ex dirigente medico Giuseppe Marzulli e il direttore generale di Ats Bergamo Massimo Giupponi.
Al tribunale dei ministri di Roma, nei mesi scorsi, erano finiti i documenti con le posizioni di Speranza, Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin, ovvero i ministri della Salute durante e immediatamente prima la pandemia, accusati della mancata istituzione o rinnovo del Comitato nazionale per la pandemia, nell'ambito del mancato aggiornamento del piano pandemico.