L'addio a Peia

L'ultimo applauso per Luca Carminati: «Sarai per sempre il nostro numero uno»

Tantissima gente in Val Gandino per i funerali dell'ex calciatore e conduttore televisivo, morto a soli 55 anni. Sul sagrato un saluto finale intenso e commosso

L'ultimo applauso per Luca Carminati: «Sarai per sempre il nostro numero uno»
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di Giambattista Gherardi

Chissà con quale battuta avrebbe rotto il silenzio surreale di un sagrato e di una chiesa gremiti, e con quanti “alùra?” avrebbe salutato, uno per uno, parenti, amici, colleghi, calciatori e calciatrici saliti sino a Peia per salutarlo un’ultima volta. Luca Carminati, morto a soli 55 anni per un male repentino e inesorabile lo scorso 28 aprile, per dirla con le parole del parroco don Alberto Gervasoni «non c’è più, ma continuerà ad essere tra noi con il suo esempio, la sua tenacia, la sua amicizia e, più di tutti, con le tante relazioni che ha saputo tessere e coltivare con gioia».

La chiesa parrocchiale di S. Antonio non ha potuto contenere tutti i presenti e sul sagrato è stato allestito un improvvisato “parterre”. Non c’erano tribune d’onore a regalare applausi al portierone dei vecchi tempi, ma mescolati fra i tanti c’erano compagni di squadra del Leffe e di altre società, colleghi di banca e televisione, quelli delle partite del sabato, delle amichevoli, degli incontri benefici e i compagni di burraco, i tantissimi dirigenti del calcio provinciale che l’avevano incontrato sui campi e davanti alle telecamere. Sull’altare erano deposte la sua maglia da “numero 1” e quella del Peia femminile che portò da mister ai massimi livelli provinciali, regionali e nazionali.

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Carminati non era un uomo qualsiasi, perché per lui non parlavano i tabellini e i palmares, ma il carattere gioviale e gli interventi mai banali. «Sapeva smussare gli angoli anche davanti alle questioni più spigolose» e «riusciva ad essere vicino a tutti e ciascuno concretamente, al di là di qualsiasi convenevole». Lo ha sottolineato don Alberto in un’accorata omelia, al termine della quale il fratello Giampiero è salito sull’altare per abbracciare il sacerdote, affiancato nella celebrazione da don Giuseppe Merlini, parroco di Leffe e moderatore della Fraternità locale.

Silvia Bosio, sindaco di Peia ed ex calciatrice, ha ricordato gli anni in cui «ai successi sportivi si è unita, grazie a Luca, la crescita umana di ciascuna». Tanti gli interventi conclusivi, per ricordare momenti intensi e garantire per sempre una preghiera e un ricordo. Dietro all’ambone spiccava una grande croce frutto del percorso parrocchiale di Quaresima. In cima ad essa la scritta “Gioia” legata alla Pasqua. L’inconsapevole metafora del dolore per la morte di Luca e della gratitudine che tutti serberanno per sempre. A confermarlo un ultimo infinito applauso su quel sagrato, che muto proprio non poteva restare.

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