L'editoriale di Xavier Jacobelli

Atalanta a Salerno, la grande occasione perduta

Atalanta a Salerno, la grande occasione perduta
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di Xavier Jacobelli

Nella grande corsa verso un posto in Champions League, l’Inter vola, l’Atalanta e il Milan franano.

Il verdetto degli anticipi della trentunesima giornata non poteva essere più chiaro: esaltante per i nerazzurri di Simone Inzaghi, all’ottavo risultato utile consecutivo (sette vittorie e un pareggio); deprimente per Pioli, ko al Picco e atteso martedì dalla semifinale di ritorno con l’Inter. Per non dire di Gasperini. Che, se avesse vinto a Salerno, avrebbe agganciato i rossoneri al quinto posto. Invece, la partita dell'Arechi per l'Atalanta è stata una grande occasione perduta.

I sette giocatori indisponibili, sei infortunati e uno squalificato, sono certamente un’attenuante per l’Atalanta, non sufficiente, tuttavia, per giustificare il secondo tempo. Per dirla con Gasperini, cui non fa difetto la schiettezza, «nella ripresa siamo stati surclassati dagli avversari perché ci siamo sciolti e non abbiamo avuto carattere. Non abbiamo avuto né lo spirito né la motivazione adatte alle nostre velleità di classifica. Mi sento responsabile di tutto questo».

A Salerno non è mancato l’impegno dei nerazzurri, sono mancati il gioco e, soprattutto, il carattere che è sempre stato alla base del gioco atalantino nell’era di Gasperini. Ecco, qui sta il punto: il carattere. La corsa a una competizione europea non sarà finita sino a quando non sarà finita: Verona. Inter, Monza saranno le ultime tre tappe di un giro Uefa che sembrava in discesa, ma, adesso, si è fatto tremendamente in salita.

L’Atalanta deve crederci, purché impari la lezione di Salerno dove la squadra di Sousa, nel secondo tempo ha giocato come giocava l’Atalanta. Quella vera. Pressing, raddoppi di marcatura, verticalizzazioni, ricerca della vittoria sino all'ultimo respiro, anche sotto un uragano. Appunto.

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