Enzo Jannacci in versione ska? Ci pensano gli Arpioni
Dodici brani, dai più famosi ai meno noti, compongono la playlist del nuovo album "Rido e piango che non si sa mai - Jannacci secondo noi"
Enzo Jannacci in versione ska? Ci ha pensato un gruppo bergamasco: gli Arpioni, uno tra i più longevi della scena ska italiana: hanno da poco pubblicato il loro nuovo album-tributo al grande cantautore milanese dal titolo "Rido e piango che non si sa mai - Jannacci secondo noi".
«Sono passati dieci anni da quel 29 marzo 2013, quando Enzo se ne andò troppo presto - raccontano -. Dieci anni che non hanno fatto per nulla invecchiare il suo repertorio: al contrario il suo lascito è sempre più utile e prezioso, oltreché attuale. In un mondo dove imperversano ancora la guerra, l'egoismo, l'individualismo, è bene ripristinare i fondamentali».
Dall'immenso repertorio di Jannacci, gli Arpioni hanno cercato di inserire anche alcuni brani meno noti. «Brani che ci fossero rimasti addosso. Nessuna razionalità, la rosa si è ristretta con naturalezza per arrivare alla selezione presentata». Dodici tracce, da "E la vita" - che ha visto anche la collaborazione di Elio Biffi dei Pinguini Tattici Nucleari -, a "Il monumento", fino a "Secondo te" e "El me indiris".
Attivi dal 1990, la formazione attuale degli Arpioni vede Stefano "Kino" Ferri alla voce, Franco Scarpellini alla chitarra e cori, Francesco Puccianti al basso, Andrea Locatelli alle tastiere, Alessandro Marzetti alla tromba e flicorno, Andrea Ocera al sax tenore e baritono, Giovanni Sgorbati al trombone e Thomas Poletti alla batteria.
L'album ha riscontrato anche il parere positivo di Paolo Jannacci, figlio del cantautore. «Cari Arpioni - si legge in una lettera indirizzata alla band orobica -, ho ascoltato il vostro lavoro e sono molto felice dell' attenzione che rivolgete verso il papà e verso la mia famiglia. Avete raccontato le nostre canzoni con una veste che, io e il papà, non avremmo mai immaginato di usare (in effetti lo Ska non l’abbiamo mai capito più di tanto!). Ma avete lavorato con tanta energia, forza vitale e inventiva. Tutto questo trapela e quindi complimenti. Vi faccio un enorme in bocca al lupo e nel ringraziarvi ancora, vi abbraccio!».