Scordate per un attimo i classici 23 libri sconosciuti da non perdere

Chiunque si accinga a scrivere un libro sicuramente nutre la speranza che la sua opera possa rimanere nella memoria della storia, che anche secoli e secoli dopo la prima pubblicazione possa essere letta e apprezzata come fosse l’ultimo dei bestseller, magari addirittura studiata a scuola. Che, in poche parole, divenga un “classico”. I Promessi Sposi, la Divina Commedia, i capolavori dell’epica omerica: testi che a distanza addirittura di millenni sono letti o perlomeno conosciuti da tutti, trattandosi di opere che non solo possono, ma devono far parte del bagaglio culturale di ogni onesto cittadino.
Eppure, notizia dell’ultima ora, sapete a cosa serve leggere queste opere? Assolutamente a nulla. La provocazione arriva da Ryan Holiday, scrittore e saggista statunitense nonché vero e proprio guru della comunicazione, il quale ha deciso di sostenere questo quantomeno sindacabile teorema. Leggere è importante, certo, ma ancor più importante è cosa leggere, e in questo caso i grandi classici finiscono in fondo alla graduatoria: com’è possibile imparare qualcosa di nuovo se tutti leggono sempre le stesse cose? Non solo, i grandi libri della storia letteraria, per la loro potenza e la loro influenza, dettano anche il pensiero dominante, il comune sentire delle cose, così che in realtà quanto si apprende leggendoli non è altro che qualcosa che, in fondo, già si sa. Ecco perché è importante, secondo Holiday, andare alla ricerca di opere sconosciute, che però presentino un punto di vista sulla storia, la filosofia e il genere umano in generale che non possa essere reperto altrove, così da consentire al lettore di entrare in una sfera conoscitiva del mondo e dell’uomo nuova e, spesso, sorprendente. Holiday ha così deciso di stilare un elenco di 23 libri che tutti dovrebbero prendersi la briga di leggere, così da poter ottenere prospettive preziose e uniche sulla vita. Vi proponiamo questa lista, con il caldo consiglio, comunque, di conoscere delle peripezie di Renzo e Lucia e dell’incredibile viaggio dantesco.
- Ciropedia, Senofonte. Si comincia con un’opera della letteratura greca, prodotta dal genio di Senofonte, anch’egli, al pari di Platone, allievo di Socrate. Questo libro tratta dell’educazione che Ciro, il grande sovrano persiano, ricevette da fanciullo, in vista della sua futura reggenza. Holiday ne caldeggia vivamente la lettura, trattandosi di un'interessante lezione sul comportamento che dovrebbe tenere un saggio politico, nonché per il fatto che si tratta dell’opera che ispirò il ben più celebre Principe di Machiavelli.
- Sententiae, Publilio Siro. Secondo Holiday, i migliori insegnamenti filosofici arrivano da colore che filosofi non sono. È il caso di Publilio Siro, schiavo liberato degli ultimi anni della Roma repubblicana antica, il quale decise di scrivere un piccolo libro contenente circa 700 massime filosofiche, evidentemente da non perdere.
- Colloqui con se stesso, Marco Aurelio. Membro della dinastia degli Antonini, l’imperatore Marco Aurelio, oltre che per il sapiente agire politico, si distinse anche per i rinomati scritti filosofici, fra i quali il più famoso è senz’altro la lunga meditazione che ha con se stesso, in cui espone il proprio punto di vista nei confronti della vita, considerata attraverso le lenti della filosofia stoica, di cui era sostenitore. Un imprescindibile testo per tutti coloro che intendano diventare delle persone migliori.
- Vita dei più importanti pittori, scultori e architetti, Giorgio Vasari. Notevole balzo temporale, epoca rinascimentale per la precisione: il nostrano Giorgio Vasari si prodigò nel lasciare al mondo un fondamentale scritto circa la vita dei più grandi artisti del suo tempo, ed è proprio questa contemporaneità che fa del Vasari, secondo Holiday, la più competente voce in materia.
- L’uomo senza patria, Edward E. Hale. Redatto durante gli anni della Guerra Civile americana, questo breve romanzetto ha lo scopo di ridare lustro ai concetti di patria e patriottismo, ovvero qualcosa che oggi, nel pensiero di Holiday, è visto sotto una pessima luce.
- 12 anni schiavo, Solomon Northup. Tornato alla ribalta grazie al film vincitore del Premio Oscar del 2014, è il libro più indicato per tutti coloro che intendano documentarsi circa gli anni della schiavitù negli Stati Uniti, raccontati attraverso la storia vera di un giovane schiavo afroamericano.
- Storie della Guerra Civile, Ambrose Bierce. Se siete anche voi convinti che gli aspetti più delicati e intellegibili della Guerra Civile inglese siano contenuti nei libri di Mark Twain, ricredetevi: Ambrose Bierce è in grado di portare quel terribile periodo storico alla conoscenza di tutti con facilità e fascino.
- Forty Years a gambler on the Mississippi, George H. Devol. Nella storia di un famigerato giocatore d’azzardo e criminale del Mississippi, è possibile trovare molti aspetti dell’Ottocento americano altrimenti irreperibile altrove, uno spaccato di società e costume per cui vale la pena spendere del tempo.
- Fame, Knut Hamsun. Un romanzo decisamente particolare: uno scrittore indigente sta morendo di fame e ha bisogno di scrivere per poter guadagnare qualche quattrino e comprarsi da mangiare; ma non può scrivere, poiché troppo debilitato dalla fame, ma così la fame non fa altro che peggiorare. La storia è sicuramente interessante e curiosa, perché poi debba essere letta da chiunque è un mistero che solo Holiday potrebbe rivelare.
- Lettere di un mercante fattosi da sé a suo figlio, George H. Lorimer. Un’opera epistolare, riguardante la corrispondenza che avvenne a fine Ottocento fra Old Gorgon Graham, un milionario di Chicago che aveva iniziato la propria carriera con pochi spiccioli, e suo figlio, che si apprestava ad inserirsi professionalmente nel business di famiglia. Alcuni brevi ed efficaci consigli per essere un onesto e vincente imprenditore.
- La mia vita e i miei combattimenti, Jack Johnson. Jack Jonhson è stato un pugile dei primi anni del Novecento, e per alcuni fu addirittura il più grande di sempre. Si tratta di una breve biografia, composta di aneddoti della vita di Johnson e alcune interessanti riflessioni sulla box. Una pietra miliare, a detta di Holiday, dell’universo delle biografie, oltre che una storia che vale la pena conoscere.
- La Compagnia K., William March. Secondo Holiday, decisamente il più interessante libro mai scritto a proposito della Prima Guerra Mondiale, e proprio per questo è così sconosciuto: mostra con realismo e crudità l’orrore che quel conflitto ha rappresentato, qualcosa che la gente idealmente vorrebbe sapere, ma che in realtà non ha la minima intenzione di conoscere.
- Babbit, Sinclair Lewis. Un ironico e spregiudicato libro circa la vanità e quindi vacuità della middle-class americana, dipinta attraverso un’apparente serenità e indifferenza che però al fondo cela un’irrimediabile disperazione. Secondo Holiday, è proprio a causa di questo, per così dire, attacco frontale ad un importante fetta di società statunitense che quest’opera non ha mai riscosso il successo che si meriterebbe.
- Asilo, William Seabrook. Seabrook, negli anni Trenta, era uno dei giornalisti più famosi al mondo, ma la sua penna era famosa tanto quanto il suo gomito, troppo spesso alzato oltre limite. Decise così, un giorno, di recarsi in una clinica per curare la propria dipendenza, e, una volta uscito, ne descrisse i particolari in questo libro.
- Chiedi alla polvere, John Fante. Una delle opere più celebri di Fante, narra di Arturo Bandini, aspirante scrittore il quale gira gli Stati Uniti in cerca di fortuna, facendo esperienza dell’amore, di una vita senza legami e dell’inferiorità sociale. Forse al signor Holiday andrebbe comunque riferito che Chiedi alla polvere è tutt’altro che un libro sconosciuto.
- Il crollo, Francis Scott Fitzgerald. Noto a tutti per il suo celebre Gatsby, Fitzgerald produsse anche un’opera incentrata sulla travagliata vita di un genio, secondo uno schema reperibile anche in Asilo. È un romanzo triste, ma che Holiday consiglia caldamente.
- Sulla roccia, Alvin Karpis. Alvin Karpis è stato, nella secondo metà del Novecento, uno dei più celebri criminali americani, tanto da meritarsi, una volta catturato, una cella nella prigione di Alcatraz. Proprio durante gli anni della detenzione, egli decise di scrivere una sorta di libro di memorie della sua vita da delinquente.
- La morte non sia orgogliosa, John Gunther. Drammatico, delicato e commovente, questo libro riporta l’esperienza Gunther, giornalista americano della prima metà del Novecento, in seguito alla morte del figlio diciassettenne a causa di un tumore al cervello. Sorprende, a detta di Holiday, la dignità sia del ragazzo che del padre che ne assiste, inerme, alla lente e inesorabile morte.
- Il colosso d’argilla, Budd Schulberg. «È compito dello scrittore non inginocchiarsi di fronte al potere. Gli scrittori sono probabilmente gli unici, insieme ai pochi politici onesti, che possono intaccare il sistema. È quello che io ho provato a fare, in tutta la mia vita». Questa citazione, riportata da Holiday, è quella che meglio spiega l’impegno sociale e politico di Schulberg, il cui pensiero è perfettamente riassunto in questa novella.
- Perdere la guerra, Lee Sandlin. Si tratta di un articolo, non di un libro, ma se si vuole leggere qualcosa di diverso e interessante a proposito della Seconda Guerra Mondiale, Holiday suggerisce assolutamente Sandlin.
- La misura dei miei giorni, Florida Scott-Maxwell. Florida Scott-Maxwell fu una drammaturga e autrice americana, la quale, sul finire della propria vita, decise di scrivere un libro autobiografico, una lucida analisi della propria vita: imperdibile, parola di Ryan Holiday.
- Le potenti strategie di Gesù Cristo, Jay Haley. Si tratta di un libro che unisce la psicologia alla religione, quest’ultima vista come un importante strumento utilizzabile anche per curare e far fronte a disagi e problemi della psiche. Curioso, certamente.
- La tigre, John Vaillant. Questo romanzo narra una storia vera: tratta di una spedizione compiuta dai militari del governo russo per uccidere una tigre che minacciava le famiglia residenti in Siberia. Un vero capolavoro, a detta di Holiday.