Baby gang

Botte e minacce in un garage (con pistola finta): arrestati quattro giovani a Rivolta d'Adda

L'episodio è avvenuto a febbraio scorso. I sospettati hanno sequestrato i ragazzi e li hanno portati nel loro covo

Botte e minacce in un garage (con pistola finta): arrestati quattro giovani a Rivolta d'Adda
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I carabinieri di Rivolta d'Adda e di Crema hanno arrestato, nella mattinata di domenica 21 maggio scorso, quattro giovani accusati di aver sequestrato in un garage due altri ragazzi, minacciandoli e picchiandoli selvaggiamente, procurando ad entrambi lesioni curate poi in ospedale. Il fatto è riportato dai colleghi di PrimaTreviglio.

La baby gang

Il gruppo è composto da soggetti tra i 18 ed i 22 anni, che avrebbero compiuto il gesto in un box sotterraneo di Rivolta d'Adda. Volevano vendicare lo sgarro che le vittime avrebbero compiuto nei confronti di un'amica che però, secondo gli investigatori, in realtà non sarebbe mai avvenuto. I giovani si comportavano come una sorta di baby gang: utilizzavano lo spazio dove è avvenuto il fatto come una sorta di covo, con scritte sui muri ispirate da bande giovanili delle serie televisive e, per intimorire i "rivali", hanno utilizzato una pistola finte, a cui però avevano tolto il tappo rosso: per cui, era praticamente identica a una vera.

L'episodio a febbraio scorso

L'episodio incriminato è avvenuto a febbraio scorso: tutto è partito dalle denunce fatte dai genitori dei due minorenni presi di mira. La violenza sarebbe partita da un confronto tra gli aggrediti e la gang. Una sorta di chiarimento dopo che questi ultimi li avevano accusati di aver compiuto un gesto, poco gradito, nei confronti di una loro coetanea. Tuttavia, gli arrestati avevano in mente già di tender loro un agguato e fargliela pagare, perché dopo che gli altri li hanno raggiunti in autobus, li hanno fatti salire su un'auto e portati nel garage.

Qui sono poi giunti altri giovani a sostegno dei sequestratori: hanno fatto sedere i "nemici" su un divano, in seguito li hanno picchiati e insultati, chiedendo spiegazioni su quanto avevano fatto alla ragazza. Per finire, dopo che uno di loro ha tirato fuori la pistola giocattolo da un mobile minacciandoli, le vittime sono state portate fuori e colpite ancora, con schiaffi e pugni. Gli hanno rotto il naso ed i denti, procurandogli ferite anche in altre parti del corpo. Poi li hanno liberati, minacciandoli ancora di morte se avessero raccontato a qualcuno di quanto era successo.

Dopo il pestaggio, altre minacce

Subito dopo, i genitori dei ragazzi picchiati li hanno portati in ospedale a Crema. Nei giorni seguenti, però, davanti a casa di uno di loro si è presentato, in ben due occasioni, un membro della banda, pronunciando insulti e frasi minatorie. La seconda volta, addirittura in compagnia della madre. La situazione era tale per cui i perseguitati non uscivano quasi più di casa, riducendo le sortite al minimo indispensabile.

Fino alle denunce ed alle indagini dei militari dell'Arma, che hanno raccolto elementi indiziari e perquisito il box. Hanno trovato l'arma finta senza tappo rosso, oltre a 611 grammi di marijuana e un bilancino di precisione. Il proprietario è stato condannato a otto mesi di reclusione, con pena sospesa. Dopo il blitz dei carabinieri e la decisione del giudice, i quattro si trovano invece attualmente agli arresti domiciliari.

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