Il nuovo Pgt

Bergamo vuole provare a salvare il verde che la abbraccia. Ma è polemica

L'amministrazione Gori taglia un milione e 150 mila metri cubi di edificazione. Ma i proprietari dei terreni non ci stanno

Bergamo vuole provare a salvare il verde che la abbraccia. Ma è polemica
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di Paolo Aresi

È un piano ambizioso, senza dubbio. Una decisione drastica e coraggiosa che sta sollevando polemica, che rischia di diventare bufera: il nuovo Piano di governo del territorio (Pgt) taglia un milione e 150 mila metri cubi di edificazione rispetto a quanto previsto dal vecchio Pgt, approvato dal consiglio comunale del sindaco Bruni e adottato da quello del sindaco Tentorio e tuttora vigente.

Da allora sono passati tredici anni e la visione dello sviluppo della città si è modificata. Se il nuovo Pgt verrà confermato in questi termini, susciterà reazioni soprattutto da parte dei proprietari delle aree edificabili, che vedranno precipitare il valore economico dei terreni.

Tra questi anche il grande prato che si trova attiguo alla Fiera, a Boccaleone, di cui si è molto parlato in queste settimane perché avrebbe potuto rappresentare il luogo dove costruire il nuovo Palasport, evitando quindi di abbattere il Palacreberg. Ma nella luce del nuovo Pgt, la scelta dell’amministrazione di risparmiare il suolo verde da nuove costruzioni appare coerente.

Il nuovo Pgt, qualora venisse adottato e poi approvato, dimostra una continuità rispetto al precedente, sebbene si faccia ancora più drastico. Già il piano regolatore della giunta Bruni aveva ridotto i terreni edificabili e già aveva considerato l’importanza del verde nella città.

Del resto, Bergamo è sempre stata sensibile a questo argomento, ancora prima dell’istituzione del Parco dei Colli, quando il Consiglio comunale istituì la norma del cinquantesimo, che valeva in Città Alta e su tutti i Colli: si poteva costruire al massimo su un cinquantesimo dell’area di proprietà e per non più di due piani (...)

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