Rincari

Soggiornare a Bergamo costa come a Roma o Venezia: hotel più cari anche del 15 per cento

È l'effetto "Capitale della Cultura", ma non solo. Bene il turismo orobico: si registra il 21 per cento in più rispetto al 2019

Soggiornare a Bergamo costa come a Roma o Venezia: hotel più cari anche del 15 per cento
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Soggiornare a Bergamo non costa poco: una notte in hotel in centro città oscilla tra i 150 e i 300 euro, colazione inclusa. Praticamente come un hotel quattro stelle in una città d'arte, ad esempio Roma o Venezia (quest'ultima è addirittura meno cara della nostra città per chi cerca una stanza in affitto).

È l'effetto Capitale della Cultura, ma non solo. Perché anche la nostra città - come, d'altronde, il resto d'Italia - deve fare i conti con rincari da ogni lato: energetici, in primis, costo del lavoro, inflazione, ma anche la necessità di rimpinguare il vuoto lasciato da tre anni difficili post-Covid.

A pari passo delle presenze turistiche, che hanno registrato - secondo l'Osservatorio Provinciale - un incremento del 21 per cento rispetto al 2019, crescono anche i prezzi. Ufficialmente del 7,2 per cento, concretamente del 15 per cento di media, come ha ammesso lo stesso presidente del Gruppo Albergatori Ascom, Alessandro Capozzi, interpellato da Corriere Bergamo.

Aumenta la tassa di soggiorno, esenti gli ostelli

A ciò si aggiungerà a breve anche l'aumento della tassa di soggiorno che verrà a breve disposta dal Comune, previa approvazione del Consiglio comunale. Oggi l'asticella della tariffa è fissata al sei per cento del costo del pernottamento, con un limite di quattro euro a persona, che diventeranno presto cinque.

In breve: fino a 133,33 euro si continuerà a pagare quattro euro; tra i 133,3 e i 166,6 si pagherà in proporzione all'aumento; oltre, la tariffa diventa di cinque euro. Faranno eccezione gli ostelli della gioventù, che verranno aggiunti tra le categorie di esenti dall'imposta (oggi il prezzo è di cinquanta centesimi per ospite della struttura).

Per l'estate già +8,1% di occupazioni

Fortunatamente, ad aumentare sono anche i flussi turistici, un vero toccasana per le attività. Basti pensare che a Pasqua si è registrato un incremento non soltanto rispetto al 2019 (+11,2 per cento), ma addirittura del 2,8 per cento in più rispetto allo scorso anno. Stesso discorso per il ponte del 25 Aprile, che ha portato in città il 7,2 per cento di occupazioni in più. Si prospetta bene anche l'estate, che già evidenzia un +8,1 per cento di prenotazioni rispetto al 2022.

Complice di tutti questi aumenti - in termini turistici, ma anche di costi - la Capitale della Cultura, oltre che la vicinanza con Milano, decisamente più cara di Bergamo. I frequentatori delle varie Settimane della Moda o Salone del Mobile preferiscono soggiornare fuori dall'hinterland meneghino e Bergamo, vista la vicinanza e l'accessibilità, è la città a dir poco perfetta.

Certo è che i rincari non fanno sempre bene a tutti. Ne sanno qualcosa gli organizzatori di eventi e congressi, che si ritrovano a soggiornare nella Città dei Mille pagando molto di più. E l'impressione non è per nulla positiva: il pensiero di fondo è che gli operatori bergamaschi cerchino di massimizzare in chiave economica gli effetti della Capitale, ha confessato un organizzatore al Corriere.

A proposito di Capitale della Cultura: i turisti la premiano (a differenza dei giovani di città e provincia). L'Osservatorio della Provincia ha registrato il 94,1 per cento di commenti positivi per "Bergamo Capitale". Tuttavia non si può dire lo stesso della città in generale, che non viene percepita altrettanto bene - vuoi per l'anniversario della pandemia, vuoi per le indagini sul Covid -: 56,4 per cento di valutazioni positive, ben il 43,6 per cento quelle negative.

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