Inaugurata la scultura che ricorda Piero Busi al Don Palla di Piazza Brembana
Nel trentesimo anniversario di fondazione, ricordato colui che fu anima lungimirante di costruzione e gestione
di Giambattista Gherardi
“Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni”. E’ condensato nella citazione dello scrittore Paulo Coelho proposta dal presidente della Fondazione Michele Iagulli il senso della radiosa giornata vissuta giovedì 1 giugno alla Fondazione Don Palla di Piazza Brembana, dove sono stati ricordati i 30 anni dall’apertura della struttura (15 giugno 1993) ma soprattutto inaugurata la scultura artistica che d’ora in poi ricorderà, sulla facciata d’ingresso, il comm. Piero Busi, morto nel 2020, anima di una realtà “nata dalla caparbia volontà e dalla appassionata spinta di un’intera comunità, civile e religiosa insieme”.
All’ingresso della struttura si sono date appuntamento centinaia di persone, con in prima fila gli amministratori pubblici, i rappresentanti di tante associazioni, familiari degli ospiti e semplici valligiani che tanto hanno a cuore una realtà che è più di ogni altra è rappresentativa della solidarietà infinita della gente dell’Oltre la Goggia. Ad aprire l’iniziale fase di saluti istituzionali è stato il sindaco di Piazza Brembana, Stefano Ambrosioni, seguito dal sottosegretario regionale Lara Magoni che ha porto il saluto a nome del Presidente Fontana (presente lo scorso anno al Centro Don Palla) e ricordato la verve di un amministratore come Busi che amava la Valle e la sua gente. Son intervenuti anche i consiglieri regionali Giovanni Malanchini e Davide Casati, che hanno posto l’accento sulla figura di Piero Busi come “sindaco del fare”.
Un messaggio è giunto dall’altro consigliere regionale Jonathan Lobati, assente per inderogabili impegni istituzionali. “Piero credeva nel impegno degli uomini e nella Provvidenza - ha scritto - ma nel suo caso le due cose coincidevano”. Emozionato anche il saluto del sindaco di Grassobbio, Manuel Bentoglio, rappresentante ufficiale della Provincia e del Presidente Gandolfi. Fabio Bonzi, da pochi giorni eletto “successore” di Piero Busi alla guida della Comunità Montana ha ringraziato la famiglia per aver regalato, a proprio discapito, l’infinita disponibilità di Busi alla Valle. Erano presenti le figlie Emanuela e Giovanna, ma un pensiero intenso è andato anche alla moglie Maria Pia, impossibilitata ad intervenire.
Piero Busi era uomo dalle relazioni infinite, che spesso derogava da ruoli e protocolli per andare dritto e risoluto alle necessità della gente. In questa chiave lo ha ricordato Giuseppina Frigeri dell’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo. La dirigente dell’Asst Distretto Valle Brembana, Monica Casati, ha posto l’accento sulla necessità di fare squadra per raccogliere con responsabilità il testimone lasciato da Busi. Per il Consorzio Bim un emozionato ricordo è arrivato da Ambrogio Quarteroni, che da sindaco di Ornica fu spesso al fianco di Piero Busi.
Dopo di lui è stata data lettura del saluto dell’avvocato Giuseppe Calvi, già sindaco di Moio de’ Calvi (paese natale di don Stefano Palla) ed è stata data la parola ad Andrea, figlio del già ministro Filippo Maria Pandolfi, al fianco di Busi in tanti progetti. Da ricordare anche la presenza, fra gli altri, del comandante della Stazione Carabinieri maresciallo Nicola Spera, del suo predecessore maresciallo Giovanni Martelengo e degli amici di sempre Cesare Rota Nodari e Sergio Tiraboschi.
L’intervento del presidente Michele Iagulli ha ricordato come il Don Palla rappresenti “un monumento alla solidarietà, un bene comune dell’Alta Valle di cui tutti debbono sentirsi orgogliosi, responsabili e anche gelosi custodi. Non è retorica affermare che il Don Palla è il cuore pulsante del nostro territorio. È testimonianza della più nobile cultura bergamasca. Voglio sottolineare di Piero Busi la passione straordinaria che accompagnava le sue visioni, a volte anche la spregiudicatezza nel raggiungere gli obiettivi sognati, la lungimiranza: non tappava, come si suol dire, solo le buche dell’asfalto, ma immaginava un futuro possibile per la comunità amministrata. E per l’intera Valle. Aveva il coraggio di sognare”.
Nel momento clou dedicato all’inaugurazione della grande scultura murale è stata sottolineata l’importanza di chi al Don Palla lavora e collabora ogni giorno, con un grato applauso spontaneo partito direttamente da alcuni ospiti presenti. Un particolare cenno è stato dedicato a Fra.Mar del comm. Francesco Maffeis e a Stoim, presidente Armando Armandi, realtà che da 30 anni prestano la propria opera al Don Palla. Lo scoprimento è stato affidato ad alcune dipendenti, presenti in struttura sin dalla fondazione del 1993: Ines Milesi, Cinzia Carrara, Cristina Busi, Cristina Pedretti, Lorella Porcu e Lucia Milesi (assente giustificata). Al loro fianco il presidente Iagulli, la signora Carla Millesimi (che ha offerto l’opera a ricordo del marito Antonio Crotti, già ospite al Don Palla) e lo scultore Pino Di Gennaro.
L’artista milanese, docente all’Accademia di Brera, ha spiegato come ad indirizzare la sua scelta compositiva sia stato il simbolo del Tao, utile ad illustrare la complementarietà fra una comunità stretta attorno alla struttura (le case stilizzate nella parte destra) e la radiosa solidarietà del sole, rappresentato a sinistra. A completare l’opera il medaglione bronzeo con l’inequivocabile effige di un Piero Busi determinato e attento. E’ seguita la benedizione dell’opera da parte di don Renato Villa, cappellano del don Palla, che ha pure sottolineato la concreta decisione sempre messa in campo da Piero Busi. Le note suadenti dei violini delle giovani strumentiste Claudia e Maria Sofia hanno introdotto e accompagnato il cordiale rinfresco finale offerto da Stoim.