Un problema di tanti

Elisa della Trattoria Taiocchi di Curno: «Cerco dieci lavoratori, ma non li trovo»

Lo sfogo: «Sto cercando figure da inserire nel team ma faccio una fatica immane a causa dei luoghi comuni su questo lavoro. Ma io non ci sto»

Elisa della Trattoria Taiocchi di Curno: «Cerco dieci lavoratori, ma non li trovo»
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di Monica Sorti

«In questo momento sto cercando dieci figure da inserire nel team Taiocchi, e sto facendo una fatica immane a causa di questo pensiero comune». A parlare è Elisa Taiocchi, della Trattoria di Curno.

Il pensiero comune è questo: il lavoro in un ristorante è troppo spesso accostato a orari assurdi, straordinari a non finire, contratti non a norma, ragazzi sottopagati, ambiente di lavoro stressante, urla, caos, sfruttamento. Tutte cose che lo relegano al classico lavoretto fatto per tamponare.

Ma Elisa giustamente non ci sta, e rivendica il suo diritto a essere alquanto infastidita da questa credenza diffusa. Perché, da loro, le cose funzionano diversamente. Per cui sfatiamo il mito della ristorazione che sfrutta. O, almeno, non facciamo di tutta l’erba un fascio.

«Stiamo aprendo una nuova realtà e quattro delle persone che sono qui a Curno verranno trasferite in quel locale, quindi dobbiamo sia reintegrare qui a Curno, sia assumere per l’altro ristorante», spiega Elisa. In totale servono dieci figure, tra camerieri e aiuto cuochi.

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«Ma se per la cucina è più facile reperire personale perché difficilmente ci si improvvisa cuochi, essendo quello un lavoro più tecnico che richiede una certa preparazione, per il servizio in sala ci si improvvisa, nonostante le competenze servano anche per fare il cameriere».

Ma si sa, per questo tipo di lavoro la formazione solitamente si fa sul campo, proprio perché è visto come il lavoretto che possono fare tutti. «Invece noi formiamo moltissimo i nostri ragazzi (...)

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