Si chiama PHOENIX

L'ambizioso progetto del Mario Negri per migliorare la sopravvivenza al trapianto d'organi

Il coordinatore sarà il dottor Remuzzi, che lavorerà insieme ai colleghi Santamaria (Spagna), Boudjema (Francia) e Clissmann (Irlanda)

L'ambizioso progetto del Mario Negri per migliorare la sopravvivenza al trapianto d'organi
Pubblicato:

di Elena Conti

Migliorare la qualità della vita dei pazienti e aumentare la sopravvivenza a seguito di un trapianto di organi, ma anche ridurre le liste d’attesa e i costi dei trattamenti medici e soprattutto salvare più vite umane. Questi sono gli ambiziosi obiettivi che si è posto PHOENIX, un progetto all’avanguardia della durata di tre anni coordinato dal professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.

Il dottor Giuseppe Remuzzi

Con Remuzzi collaboreranno degli esperti provenienti da altri tre centri europei: il dottor Pere Santamaria della Fundaciò Clinic Per A La Recerca Biomedica in Spagna, il dottor Karim Boudjema del Centre Hospitalier Universitaire De Rennes in Francia e il dottor Ciaran Clissmann della Pintail Ltd in Irlanda.

Il primo meeting tra i partecipanti al progetto, supportato dal Programma Horizon Europe Research and Innovation, si è già tenuto a Barcellona. L’idea di fondo consiste nello sviluppare una nuova forma di immunoterapia diversa da quelle finora esistenti e che consenta di indurre tolleranza nel paziente. In questo modo, il corpo imparerà a tollerare l’organo come se fosse proprio, senza compromettere l’attività normale del sistema immunitario che ci difende da infezioni e tumori.

Il problema del trapianto d’organi, infatti, sta proprio nella possibilità di rigetto da parte del ricevente: nonostante i passi avanti compiuti dalla medicina, il tasso di fallimento a lungo termine è del venti per cento. Inoltre, chi si sottopone al trapianto deve assumere farmaci antirigetto per tutta la vita, che provocano immunodepressione ed esponendosi così al rischio di infezioni, malattie cardiovascolari e persino tumori. La nuova terapia, invece, rivoluzionerebbe il campo dei trapianti.

«L’alleanza che si è creata attraverso PHOENIX è molto interessante, nuova, dinamica - commenta Remuzzi -; comprende quattro gruppi europei (Italia, Francia, Spagna e Irlanda) e un gruppo basato in Canada che mette insieme scienziati, clinici, ricercatori dell’industria e specialisti nel campo dell’amministrazione e della disseminazione dei risultati, per accelerare il progresso delle conoscenze e raggiungere questo obiettivo estremamente ambizioso che potrebbe rivoluzionare il campo della medicina del trapianto».

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