Il rifugio Baroni al Brunone, uno dei luoghi più affascinanti e remoti delle nostre montagne
Questa capanna è circondata da alcune delle vette più alte della catena alpina bergamasca: il pizzo Redorta, il pizzo Scais e il pizzo del Diavolo di Tenda
di Angelo Corna
Il rifugio Baroni al Brunone si trova in una delle zone più incontaminate delle Orobie, circondato da alcune delle vette più alte della catena alpina bergamasca: il pizzo Redorta, il pizzo Scais e il pizzo del Diavolo di Tenda.
È il rifugio più antico e il secondo altimetricamente più alto (dopo il rifugio Tagliaferri) della provincia di Bergamo, peculiarità che rendono questa “capanna orobica” una dei luoghi più affascinanti e remoti delle nostre montagne.
L’ascesa al Baroni al Brunone non fa sconti: anche i più allenati devono rassegnarsi a circa tre ore di cammino. Da Fiumenero, in prossimità del piccolo cimitero, si snoda il segnavia Cai 227 che fin da subito, con pendenza costante, s’inoltra nell’omonima vallata.
Costeggiamo lo spumeggiante torrente, che tra scrosci e giochi d’acqua rende la zona ancora più suggestiva, fino a raggiungere un piccolo ponticello di legno. Il sentiero aumenta la sua pendenza e passo dopo passo raggiungiamo Piano di Campo, punto di confluenza dei vari torrenti che caratterizzano la Valle di Fiumenero.
Si costeggia la cascata del fiume Aser fino a raggiungere i piani omonimi, dove, guidati dalle segnalazioni, si guada il torrente. Ora i tornanti cercano di addolcire la pendenza: sopra di noi fa capolino il rifugio, ancora lontano e incastonato tra nuvole e montagne.
La fatica non è ancora finita, ma il panorama, sempre più suggestivo, ci guida fino ai piedi della struttura e alla sua panoramica loggia. Il rifugio sorge a 2.297 metri di quota, in uno degli ambienti più severi delle nostre montagne.
Solo chi lo raggiunge capisce che il Baroni al Brunone non è il solito rifugio. A renderlo speciale è probabilmente l’ambiente, che lo colloca al cospetto dei Giganti delle Orobie, portandolo tra le capanne più elevate delle nostre montagne e rendendolo l’ultimo avamposto, a lunga distanza dalla civiltà…