Il fatto

Albino, parla la mamma del ragazzino aggredito: «Ci giocava al calcio, lui l'ha derubato»

Il genitore del tredicenne rapinato: «Ha cercato di scappare lo hanno sgambettato. Le piccole gang esistono anche da noi»

Albino, parla la mamma del ragazzino aggredito: «Ci giocava al calcio, lui l'ha derubato»
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di Fabio Gualandris

Ad Albino, nelle ore notturne, c’è d’aver paura a circolare soli? Una domanda che è allarme sicurezza che torna sempre più frequentemente. L’ultimo lo ha lanciato una mamma a seguito dell’aggressione di suo figlio tredicenne la sera di giovedì 8 giugno. Abbiamo raccolto le sue parole e il suo appello.

«Giovedì sera mio figlio è andato a vedere il torneo notturno di calcio all’oratorio di Albino. Poco prima delle 23, non essendo ancora rientrato, l’ho chiamato al cellulare, ma non rispondeva. Ero preoccupata, ma anche arrabbiata per questo suo ritardo. L’ho richiamato e finalmente mi ha risposto, pareva agitato, quasi come volesse scusarsi per il ritardo. Poi mi ha richiamato dicendomi di essere stato derubato della borsa a tracolla, a quel punto ho preso l’auto e sono corsa per andargli incontro».

Dalla ricostruzione dei fatti, denunciati l’indomani alla stazione dei carabinieri di Albino, il ragazzo è stato importunato, prima lungo via don Cristoforo Rossi e poi in via Matteotti, da due giovani di qualche anno più grandi di lui.

I carabinieri sono al lavoro per trovare riscontri alla versione del tredicenne e poter risalire ai presunti autori dell’episodio che, secondo i fatti raccontati dalla vittima, potrebbe configurarsi come rapina.

«Mio figlio mi ha raccontato che dei due ne ha riconosciuto uno, di origine magrebina, con cui talvolta ha giocato a calcio sul piazzale dei Caduti. Gli chiedevano la sua borsa a tracolla per provarla, dopo i primi no ha cercato di scappare iniziando a correre, lo hanno inseguito, raggiunto, sgambettato, e, poco prima dell’incrocio con via mons. Camillo Carrara, derubato della borsa; poi si sono dati alla fuga. La strada era deserta e pare nessuno abbia visto».

Appena dopo aver “recuperato” il figlio, dallo specchietto retrovisore dell’auto la madre vede sopraggiungere l’auto dei carabinieri, la ferma e (...)

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