Per la prima volta dopo oltre sessant'anni, Mozzo resta senza giornali
Dopo l'edicola di via Piatti e quella del Borghetto, tocca all'esercizio della famiglia Medolago, in piazza Trieste. Chiuderà il 25 giugno
di Dino Ubiali
Prima si sono abbassate le saracinesche dell’edicola in via Piatti, poi di quella del Borghetto. Ora tocca alla prima edicola che il paese ricordi: dal 25 giugno chiuderà l’esercizio storico gestito dalla famiglia Medolago, in piazza Trieste.
La storia della rivendita di giornali a Mozzo è indissolubilmente legata a questa famiglia, che mantiene comunque in attività il grande negozio di calzature, famoso ai tempi non solo per la rivendita, ma anche e soprattutto per la produzione di scarpe da sposa su misura.
Claudio Medolago, il terzo dei sei fratelli che hanno ereditato dal papà Alfredo l’attività, da sempre ha gestito lo spazio vendita dei periodici all’interno del negozio; ora ha deciso di allentare un po’ la presa: gli anni salgono e c’è sempre più voglia di godersi la meritata pensione.
D’altronde, la sua non è stata una vita semplice: sveglia ogni mattina alle 5, pronto ad aprire l’edicola alle 6 per i primi clienti che vanno a Milano o gli anziani mattinieri. E poi c’è la consegna dei giornali a domicilio ai suoi clienti, aiutato dalla sorella Carla.
«A Mozzo non c’era una rivendita di giornali - ricorda Claudio -. L’Eco di Bergamo e Famiglia Cristiana venivano distribuiti in parrocchia dalle suore. Un giorno il parroco di allora, don Carlo Zambelli, disse a mio padre che aveva l’attività di calzolaio in piazza: “Tu hai tanti figli, perché non prendi la concessione per i giornali? Apri già presto la mattina e puoi ingrandire l’attività”». E così fu.
Papà Alfredo, negli anni Trenta, aveva aperto (...)