Il nuovo film di Disney Pixar? Tanto fumo e poco arrosto
Se “Elemental” rappresenta la punta di diamante della casa di produzione, meglio ridimensionarne le prospettive
di Fabio Busi
Un grande sforzo creativo, centinaia di milioni di budget, un’idea di fondo tutto sommato interessante. C’erano insomma tutte le premesse per aspettarsi qualcosa di veramente ambizioso da parte di Disney Pixar. “Elemental” di Peter Sohn non è una delusione completa, è gradevole, esteticamente sfolgorante, ma se questo film rappresenta la punta di diamante della casa di produzione, allora forse è il caso di ridimensionarne complessivamente le prospettive.
Nelle movenze, nella gestione della tensione, nelle semplificazioni, quest'opera si rivolge in modo sostanzialmente esclusivo al pubblico dei più piccoli. Non riesce, o non vuole, porre degli interrogativi autentici anche agli adulti che li accompagnano, ma solo proporre una divertente lezioncina ai bambini sul tema delle differenze, quegli steccati che sembrano imporre una distanza tra persone di etnie diverse. È un argomento troppo grande e importante per accontentarsi di una favoletta del genere, che può funzionare solo come introduzione edulcorata per i bimbi.
Ci sono i fuocherelli, come degli immigrati arabi, che faticano a inserirsi nella società un po' esclusivista (ma nemmeno poi così tanto, guai a calcare la mano) popolata da cittadini fatti d'acqua, di terra, d'aria. Più che affrontare delle vere e proprie discriminazioni, la vicenda si incardina sui problemi idraulici che attanagliano il quartiere dove vive la famiglia della protagonista, affiancandoli a una storia d'amore impossibile tra Ember (la giovane fiammella) e Wade (ragazzotto acquatico).
Nel percorso, fatto sostanzialmente di tira e molla, si incuneano alcuni argomenti più sottili: Ember comprende che i suoi sogni non devono essere necessariamente quelli di suo padre, che a sua volta deve superare la diffidenza verso la maggioranza etnica della popolazione di Element City, che anni prima non l'aveva accolto a braccia aperte. Sono spunti validi in un'opera che al massimalismo estetico abbina un taglio estremamente rassicurante per quanto riguarda i contenuti. Come se non si volesse chiedere uno sforzo troppo grande ai piccolini del pubblico.