I consigli di Adiconsum

Tornano le truffe porta a porta in Bergamasca: come difendersi (e recedere il contratto)

Si viene avvicinati fuori casa, oppure si presentano senza appuntamento. Fanno firmare con l'inganno per incastrare i "clienti"

Tornano le truffe porta a porta in Bergamasca: come difendersi (e recedere il contratto)
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Ancora allarme truffe porta a porta in Bergamasca, con segnalazioni arrivate anche ad Adiconsum, che quindi mette in guardia dal fenomeno denunciandone le dinamiche e spiegando come difendersi.

La modalità delle truffe

La dinamica è sempre la stessa: il consumatore riceve la visita a casa di venditori che, con fare pacato e affabile, consegnano un catalogo di oggetti solitamente per la casa o per gli arredi. Naturalmente - e qui si nasconde l’inganno - l’incaricato chiarisce che non vi è alcuna obbligatorietà e, con la scusa di una semplice firma su una ricevuta per dimostrare la ricezione del catalogo o di una tessera sconto, attiva in realtà un contratto. Nel quale l’ignara vittima s’impegna a pagare cifre molto elevate che, in alcuni casi, possono arrivare anche a settemila euro: già, perché si va dai contratti per beni casalinghi ai pacchetti vacanza validi vent’anni.

Dopo circa un mese, quando oramai è scaduto il termine per esercitare il diritto di recesso, si presenta però un diverso venditore che, questa volta con fare piuttosto minaccioso, comunica al malcapitato di avere sottoscritto un vero e proprio contratto e di essersi dunque impegnato a mettere mano al portafogli. Se si rifiuta, minaccia ricorsi alle vie legali, per costringerlo a pagare. Il più delle volte l’addetto alle vendite, fingendo di mostrarsi comprensivo nei confronti del consumatore, propone di ridurre l’impegno di spesa di un terzo, impegnando all’acquisto per diversi anni.

I consigli di Adiconsum

«Si tratta di una pratica commerciale scorretta, vietata del Codice del Consumo, che deve essere denunciata - ha detto Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo -. L’effetto sorpresa e la totale mancanza di informazioni al cliente rendono quest’ultimo debole e impreparato a controbattere e difendersi».

Il Codice del consumo stabilisce infatti che, prima che il consumatore sia vincolato da un contratto negoziato fuori dei locali commerciali, il professionista debba fornirgli informazioni in maniera chiara e comprensibile sulle caratteristiche principali dei beni o servizi, sull’identità del professionista, sul prezzo totale dei beni o dei servizi comprensivo delle imposte, sulle condizioni, i termini e le procedure per esercitare il diritto di recesso, sul costo della restituzione dei beni in caso di recesso, sull’esistenza delle norme sulla garanzia legale e una lettera tipo per esercitare il diritto di recesso.

Come difendersi

«Evitate di far entrare a casa venditori porta e porta a meno che non li abbiate invitati - ha continuato Busi -. Soprattutto non firmate nulla, se non dopo averlo attentamente letto. Da ultimo, chiedete sempre copia di ciò che avete firmato». E se purtroppo si è già firmato inconsapevolmente il contratto? «Non è troppo tardi: l’art. 52 del Codice del Consumo prevede la possibilità di recedere dal contratto stipulato fuori dai locali commerciali senza dover fornire alcuna motivazione e senza costi (ad eccezione di quelli eventualmente necessari per la restituzione dei beni già consegnati), inviando comunicazione tramite raccomandata o pec».

La recessione del contratto

Il consumatore può recedere dal contratto entro 14 giorni, che decorrono per i contratti di servizi dal giorno della conclusione del contratto, per quelli di vendita dal giorno in cui il consumatore riceve la merce. Vi è un’importante novità che riguarda il codice del consumo: da aprile 2023, il termine per esercitare il diritto di recesso viene esteso a 30 giorni per i contratti stipulati durante visite non richieste presso l’abitazione di un consumatore. L’estensione, però, non opera se il consumatore ha richiesto la visita del venditore.

Per qualsiasi ulteriore informazione, tuttavia, anche per valutare il caso specifico, si consiglia di segnalare con la massima urgenza il caso all’associazione dei consumatori. «Il tempismo – ha concluso Busi - risulta infatti determinante in questi casi».

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