Trenord ribatte alle accuse di Casati (Pd): «Diffuse cifre false e male interpretate»
Attraverso un comunicato stampa, la società risponde all'attacco del consigliere regionale bergamasco, che avrebbe detto cose «non vere»
Il messaggio che arriva da Trenord è molto chiaro: i dati diffusi nei giorni scorsi da «alcuni consiglieri regionali del Pd», ovvero il bergamasco Davide Casati, sarebbero in realtà «cifre false e male interpretate relative a penali e detrazioni pagate da Trenord a Regione Lombardia, per obiettivi non raggiunti o servizi non resi (ad esempio, soppressioni o decurtazioni)».
«Il Pd non dice il vero»
La nota stampa della società ferroviaria regionale è arrivata oggi (7 luglio) e punta a fare chiarezza su alcune statistiche che avevano portato Casati, così come diversi esponenti delle opposizioni al Pirellone, a definire «disastroso» il servizio offerto da Trenord. In particolare, il fatto che nei primi sei mesi di quest’anno le penali incassate da Regione proprio da Trenord per il mancato rispetto degli standard previsti nel contratto di servizio sarebbero aumentate di sette volte, passando da 1,5 milioni di euro previsti a 11,2 milioni.
«Non è vero», scrive chiaramente la società. E spiega: «Gli 11 milioni di euro citati fanno riferimento ad assestamenti di bilancio Regionale per penali/detrazioni relative al 2022. La cifra delle penali e detrazioni per il 2022 non è però ancora consuntivata con Trenord, tenuto anche conto che 5 milioni di euro sono riferiti alla necessaria sospensione del servizio nel Passante Ferroviario, tra luglio e agosto 2022, per il consumo anomalo dei bordini delle ruote a contatto con un tratto di rotaia. Gli 1,5 milioni sono la somma di penali e detrazioni pagate da Trenord nel 2021 poiché, per il decreto “Cura Italia”, durante l’emergenza Covid non venivano applicate penali e riduzioni di corrispettivo per la diminuzione del servizio».
La puntualizzazione sui bonus
C'è poi un altro dato che Trenord contesta a Casati, ovvero quello relativo al numero di volte in cui sono stati riconosciuti dei bonus ai pendolati (quelli dovuti nel caso in cui nei mesi precedenti il servizio offerto dalla società non abbia rispettato gli standard minimi di efficienza e puntualità): «Sbagliato, nella comunicazione del Pd, anche il numero delle volte in cui sono stati riconosciuti i bonus - si legge nella nota stampa della società ferroviaria -: 145 e non 160 su 456 analisi».
Trenord spiega: «Ricordiamo che per definire le linee “in bonus” vengono sommati mensilmente i minuti di ritardo superiori ai 5 minuti accumulati dalle singole corse ai minuti delle corse soppresse. Il dato così ottenuto viene rapportato alla durata complessiva di tutte le corse di quella direttrice, secondo quanto previsto dal Contratto di Servizio. L’attuale assetto contrattuale rende difficile per Trenord rivalersi nei confronti di Rfi e Ferrovienord, per soppressioni e ritardi dovuti a cause riconducibili alle infrastrutture e alla gestione della circolazione, e porta a identificare Trenord come unico responsabile dell’affidabilità».
Il tema dell'affidamento diretto
Una risposta molto circostanziata ad accuse altrettanto precise e figlie anche dall'imminente "rinnovo" dell'accordo che lega Regione e Trenord. La Giunta regionale, infatti, sta per chiudere l'affidamento diretto per altri dieci anni del servizio ferroviario regionale a Trenord, una decisione fortemente contestata dalle opposizioni al Pirellone, che avrebbero invece preferito un'assegnazione attraverso un bando di gara. Inoltre, il Pd contesta anche le condizioni di questo possibile affidamento diretto, dato che nella bozza preliminare non si escludono possibili aumenti dei costi per gli utenti (anche particolarmente consistenti).
Pure per questo, nei giorni scorsi, l'assessore ai Trasporti Franco Lucente ha "tirato le orecchie" ai vertici di Trenord per i disservizi degli ultimi mesi: se affidamento dovrà essere, è anche necessario un cambio di passo - in positivo - del servizio.