Mercoledì 12 luglio

Comparto sicurezza in crisi, i poliziotti andranno davanti alla Prefettura: «Delle chiacchiere siamo stufi»

La mobilitazione nazionale annunciata per domani: criticati stipendi bassi, carenza d'organico e un bonus da 24 euro lordi al mese

Comparto sicurezza in crisi, i poliziotti andranno davanti alla Prefettura: «Delle chiacchiere siamo stufi»
Pubblicato:
Aggiornato:

Una situazione non più sostenibile, per varie ragioni. Per questo gli agenti della Polizia di Stato hanno annunciato per domani, mercoledì 12 luglio, una mobilitazione nazionale, con presidio davanti alla Prefettura di Bergamo: al centro della questione, le condizioni di lavoro e il disagio crescente all'interno delle forze dell'ordine.

Pochi agenti e stipendi bassi

Il problema ruota attorno al «dramma di un comparto sicurezza sempre più abbandonato a se stesso», come spiegato dal segretario provinciale di Silp Cgil, Giovanni Brega. Innanzitutto, non si sarebbero effettuate assunzioni straordinarie per compensare i pensionamenti: a testimonianza di ciò, la carenza di agenti in tutta la Bergamasca, così come tra la Polizia di Frontiera all'aeroporto di Orio.

Gli stipendi, poi, sono fermi al 2021, mentre per i dirigenti non è mai stato firmato il primo contratto dal 2017. Inoltre, non si riscontrerebbe «nessuna attenzione per le condizioni di lavoro e il benessere organizzativo delle poliziotte e dei poliziotti, mentre di pari passo esplode il fenomeno suicidario, con a oggi 28 casi dall'inizio dell'anno».

Le richieste al Governo

«Tramite chi rappresenta il governo sul territorio, cioè la Prefettura, intendiamo mandare un forte messaggio a Palazzo Chigi perché delle chiacchiere siamo stufi - ha continuato Brega -. Attueremo un volantinaggio per cercare di spiegare ai cittadini che i nostri problemi, la mancanza di risorse e di assunzioni, incidono direttamente sulla sicurezza delle persone e sul vissuto quotidiano». La carenza di organico complessiva nel Paese è di centomila unità, con sempre meno operatori nei prossimi anni. Un problema che, in realtà, affligge anche i carabinieri e le altre forze dell'ordine.

A ciò si aggiungerebbe «il contratto scaduto e gli straordinari non pagati, il tema delle pensioni e della previdenza complementare-dedicata, che viene ignorato, cosicché i poliziotti già oggi mal pagati saranno i nuovi poveri. C'è poi la questione dell'organizzazione del lavoro e del benessere psicofisico, che sono completamente ignorate da chi ha responsabilità politiche e di governo».

La bufera scatenata dal bonus

Non sono mancate da parte del sindacato le polemiche per il bonus una tantum, percepito dai poliziotti proprio a partire da questo mese: un emolumento accessorio per il solo 2023, che dovrebbe compensare il mancato contratto, di 24 euro lordi mensili per un agente: «Neppure mezzo caffè al giorno. Con una inflazione che viaggia oltre l'8 per cento si tratta di una vergogna e di una offesa per tutta la categoria». I commissari capi, invece, prendono 34 euro lordi al mese. Facendo un rapido calcolo, da luglio fino a dicembre i primi percepirebbero 144 euro lordi in tutto, i secondi 204 euro di emolumenti.

«Quella del 12 luglio - ha concluso il segretario provinciale - rappresenta solo la prima tappa di un lungo percorso di mobilitazione, se non registreremo un'inversione di tendenza concreta nella gestione delle politiche di sicurezza».

Seguici sui nostri canali