Il futuro della Cascina Ponchia piace al comitato dei residenti, che decide di sciogliersi
Ok al progetto che farà della ex struttura occupata una residenza per persone con disabilità, ma «è mancato un percorso condiviso»
Quello del Comitato PonchiaOtto, nato nell'ottobre 2020 come reazione allo sgombero e al sequestro della Cascina Ponchia, è un saluto dolceamaro, tra la felicità di poter apprezzare un progetto orientato al bene della comunità e il rammarico di non esserne stati coinvolti. Scrivono: «Per noi il percorso del Comitato PonchiaOtto finisce qui. La nostra presenza e di chi ha amato e ama Cascina Ponchia resterà attenta e vigile sul quartiere e sul futuro».
Una residenza per persone con disabilità
Il gruppo ha approvato e accolto positivamente il progetto dell'amministrazione che renderà il luogo una residenza con persone con disabilità. Spiegano, riassumendo anche le vicende: «A fine luglio 2022, in un incontro con gli assessori Messina, Angeloni e Valesini veniamo a conoscenza del futuro di Cascina Ponchia: grazie agli oneri di urbanizzazione derivanti dalla ristrutturazione dell’ex Italcementi in via Camozzi, l'impresa Ferretti si sarebbe incaricata della completa ristrutturazione e messa a norma dell’immobile, rendendolo agibile e idoneo a diventare una residenza per persone con disabilità. La notizia che l’edificio verrà messo a norma, senza essere venduto ai privati (indegna fine che è toccata alla sua gemella in Via Monterosso), accogliendo un servizio sociale ovviamente trova la nostra piena approvazione».
Un grande «ma»
Una risoluzione positiva, che è però seguita da un grande «ma». Il comitato infatti lamenta di non esser stato mai consultato e di non aver mai avuto risposta sul futuro della cascina, nonostante le ripetute sollecitazioni e proposte di coinvolgimento: «Nei due anni che ci sono voluti per trovare una destinazione all’edificio e un gestore per il servizio che sarà ospitato al suo interno come comitato abbiamo continuato ad incontrarci e discutere di quale futuro si poteva immaginare per un luogo-simbolo del quartiere. Il percorso immaginato per ridare vita alla Cascina Ponchia non è mai stato preso in considerazione. Per due anni abbiamo incontrato assessori, parlato con potenziali nuovi gestori della cascina, partecipato alla rete di quartiere e ai tavoli del Pgt e con anche una provocativa richiesta di gestione dell’immobile attraverso il regolamento dei beni comuni (richiesta che non ha mai avuto una risposta)».
Amministrazione «poco propensa all'ascolto»
Quando la soluzione è arrivata, a luglio 2022, per il Comitato è stato un fulmine a ciel sereno: «Non abbiamo mai avuto la presunzione di essere soggetto capofila di un progetto, ma il nostro intento è sempre stato quello di aprire un percorso partecipato dalla comunità di Monterosso, dove ognuno potesse esprimere dei desideri, mettendosi in gioco in prima persona per rivitalizzare gli spazi del proprio quartiere. Questa è la nostra idea di partecipazione e di cittadinanza attiva. In questi due anni purtroppo ci siamo spesso scontrati con una struttura istituzionale poco propensa all’ascolto».
Il grande assente
Rimarcano: «L'unica assente ingiustificata di questa storia è la partecipazione dei residenti nel processo di decisione e progettazione degli spazi del quartiere. Al quartiere verranno lasciate a disposizione alcune stanze del piano terra. Ci piace pensare che almeno questa decisione sia derivata dall’incessante lavoro del comitato per il coinvolgimento delle persone nella gestione degli spazi di Cascina Ponchia. Il fatto che questa concessione arrivi però dentro un progetto già deciso e completo, nato e cresciuto senza coinvolgimento della cittadinanza, per noi rimane una gravissima sconfitta del processo di partecipazione».