Fine dei giochi per uno spacciatore di cocaina: aveva clienti in tutta la Val Cavallina
Arrestato e in carcere un cinquantenne marocchino, pregiudicato e irregolare. Ogni mese vendeva 3,5 chili di droga e guadagnava 180 mila euro
Un vero e proprio giro di cocaina, quello che ruotava attorno a un cinquantenne marocchino di Endine Gaiano arrestato ieri (mercoledì 19 luglio) e portato in carcere a Bergamo. Per anni ha infatti venduto la droga a diversi clienti in Val Cavallina, guadagnando negli ultimi tempi, almeno secondo le ricostruzioni degli investigatori, ingenti somme di denaro vendendo chili di merce. Tra chi comprava da lui c'erano soprattutto operai e camionisti, uomini e donne tra i 25 e i 50 anni che, in certi casi, erano arrivati anche a indebitarsi fortemente ed avevano fatto scelte estreme, oppure si erano offerti di fargli dei lavori a casa.
L'indagine dei carabinieri di Casazza
Le indagini, come riportato oggi da L'Eco di Bergamo, sono iniziate da un evento casuale: un carabiniere di Casazza che, a fine dicembre dello scorso anno, passando per Endine mentre era fuori servizio, ha notato all'incrocio tra via Ziboni e via della Rova il sospettato che si avvicinava a una Fiat Panda e consegnava al conducente un involucro, ricevendo in cambio cinquanta euro. Ha così avvisato la centrale e seguito la vettura fino a Sovere, dove l'ha poi fermata: a bordo c'era un operaio di Bossico, che ha ammesso di aver comprato della droga dal personaggio, che si faceva chiamare "Raoul".
Il militare si è così fatto dare il numero di cellulare del pusher, che però risultava intestato a un pachistano inesistente. Tuttavia, sapendo che abitava nella zona dove era avvenuto lo scambio, ha mostrato al cliente un album e, dalla foto, lo ha riconosciuto: irregolare, pregiudicato, disoccupato, sposato e con due figli. Da lì poi sono partiti, con un'indagine dei carabinieri di Casazza coordinati dalla pm Letizia Aloisio, i pedinamenti e le analisi dei tabulati telefonici, che hanno permesso di ricostruire l'attività illegale che l'uomo si era creato dal nulla: quelli abituali, che compravano da lui anche con cadenza quotidiana, erano una trentina. Ma, probabilmente, ce ne sono stati molti di più.
Un giro da migliaia di euro
Ogni giorno lo spacciatore si accordava al telefono, poi usciva di casa e consegnava le palline di cocaina a tre o quattro persone. La vendita avveniva sempre in alcuni posti del paese, a poca distanza dalla sua abitazione: il parcheggio di un bar e di un ristorante, oppure vicino al cimitero o alla chiesa. Una dose costava sessanta euro, ma per i compratori "affezionati" faceva lo sconto di dieci euro. In un mese ormai distribuiva in giro, in media, tre chili e mezzo di stupefacenti, con un guadagno sui 180 mila euro.
La perquisizione e l'arresto
Gli affari insomma gli andavano bene, almeno fino a quando il cerchio non si è stretto intorno a lui: a marzo di quest'anno, dopo aver raccolto numerosi elementi, i militari dell'Arma gli hanno perquisito casa, trovando un altro cellulare con i contatti dei compratori. Poi, nella giornata di ieri (mercoledì 19 luglio) lo hanno arrestato e portato nel carcere di via Gleno. L'interrogatorio avverrà nei prossimi giorni, mentre i suoi clienti accertati sono stati tutti segnalati in prefettura come assuntori di droga.
Sullo sfondo restano le storie di chi, per potersi permettere la droga, era anche sceso a compromessi con se stesso. Come nel caso della donna che, per permettersi una dose ogni giorno, non avendo più soldi aveva iniziato a pubblicare contenuti pornografici su internet. Oppure dell'operaio che, per ripagare la roba, faceva lavori gratis in casa dell'arrestato.