In aula

Processo a Pierluca Locatelli: «Per il traffico illecito di rifiuti a Treviolo non mi sento colpevole»

L'imprenditore di Grumello del Monte accusato (anche) di aver utilizzato scorie fuori misura nel cantiere del polo scolastico di Treviolo

Processo a Pierluca Locatelli: «Per il traffico illecito di rifiuti a Treviolo non mi sento colpevole»
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Di fronte al pm della Dda di Brescia, Claudia Moregola, Pierluca Locatelli ha ripercorso i punti salienti del processo relativo a diversi capi d'accusa, tra cui associazione a delinquere. Al costruttore e ai ventitré imputati (di cui cinque società) è stato contestato di non aver trattato adeguatamente le scorie di fonderia nell'impianto di Biancinella di Calcinate, una decina di anni fa.

Scorie che sono state utilizzate come inerti in diversi cantieri, tra cui due di Brebemi a Orzivecchi, quello dell'autostrada di Valdastico e anche in Città Alta. Due accuse anche in tema reati ambientali, uno per le scorie utilizzate per il polo scolastico di Treviolo e l'altro nell'ex cava di Cavenord tra Martinengo e Mornico.

Traffico di rifiuti, Locatelli: «Non mi sento colpevole»

Dopo essere stato indagato dalla procura di Monza per associazione a delinquere di stampo mafioso per un subappalto, da cui era stato poi prosciolto, il 65enne di Grumello del Monte ha fondato la Locatelli Lavori e la Locatelli Asfalti, «mettendo come amministratori persone di fiducia. L'ho fatto per necessità, per poter continuare a lavorare» ha spiegato all'udienza. Per via delle indagini, infatti, non poteva più partecipare alle gare. «Ho sentito parlare di holding, di scatole cinesi, ma non è così. Io ho creato nuove imprese per necessità, solo per poter lavorare» ha dichiarato.

Per quanto riguarda il traffico di rifiuti, Locatelli si è difeso: «Non mi sento colpevole. Riciclo materiale edile dal 1990, ma non sono mai riuscito ad avere una cava grande abbastanza per rifornire tutti i miei clienti. Arrivavano le scorie dai cantieri e io le frantumavo per produrre materiale da costruzione, dato che si potevano recuperare».

Le scorie fuori misura, interrate e in superficie

Di fronte al pm ha ammesso che a Treviolo e Orzivecchi finirono scorie più grandi del consentito, trasportate con documenti irregolari. «Ho dato peso alla parte chimica e poco a quella delle dimensioni. Pensavo fosse un delitto inquinare, non avere pezzature più grandi o più piccole. Ho sbagliato, ok. Se vuole darmi l'ergastolo...» ha dichiarato Locatelli.

Per quanto riguarda le scuole di Treviolo, le scorie furono trovate non solo nelle fondazioni - come aveva inizialmente sottolineato il 65enne - ma anche in superficie. «Può essere che sia arrivate qualche camion di troppo e i materiali siano stati usati a Treviolo perché non servivano in altri cantieri» si è difeso.

Sul caso Orzivecchi, Locatelli ha spiegato di essere venuto a conoscenza un anno fa che due camionisti, dopo aver caricato le scorie in acciaieria, le portavano a destinazione senza passare per l'impianti di Calcinate e quindi senza essere trattate, perché si «fermavano a giocare alle macchinette». Un dipendente, a quanto pare, lo sapeva ma non aveva mai parlato per paura dei due uomini. Rispetto all'accusa, invece, di aver interrato le scorie anche sotto il sedime di Brebemi, l'uomo è fermo: «Impossibile. C'era un ingegnere che controllava il materiale di scarico da ogni singolo camion».

La sua impresa è crollata a novembre 2011, con l'arresto per le tangenti all'ex assessore regionale Franco Nicoli Cristiani - colui che avrebbe dovuto garantirgli le autorizzazioni per realizzare la discarica di Cappella Cantone. «Il momento più brutto della mia vita è stato quando ho visto andare via i miei mezzi, uno a uno, svenduti - ha dichiarato in aula -. È come se mi avessero tagliato una parte di me».

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