Aeroporto di Orio, anche il rumore è da record (ma ai cittadini nessuno risponde)
I Comitati di Campagnola, San Tomaso e Villaggio Sposi: siamo al doppio del frastuono consentito. Da valutare il beneficio dei nuovi aerei
Non soltanto il rumore prodotto dagli aeroplani di Orio al Serio non diminuisce nel tempo, ma addirittura è in aumento. E non potrebbe essere diversamente perché ogni mese l’aeroporto dirama notizie circa il superamento di numeri precedenti, comunica il raggiungimento di nuovi record di passeggeri. I voli aumentano, i passeggeri anche. Il rumore non può scendere. Ma fino a che punto continuerà questo sviluppo? Qualcuno si pone il problema della salute pubblica?
Certamente se lo pongono i Comitati dei quartieri più coinvolti nella questione, quelli di Campagnola, San Tomaso e Villaggio Sposi che hanno scritto una lettera-documento che hanno inviato anche ai giornali. I valori medi mensili del rumore relativi al marzo scorso (rilevati da Sacbo, la società che gestisce lo scalo orobico) hanno sfondato il limite massimo consentito, ovvero i 60 decibel. Bisogna considerare che ogni tre decibel il rumore percepito dall’orecchio umano raddoppia. Quindi 60 decibel sono il doppio di 57 decibel.
Arrivare a 63 decibel di media mensile del rumore, come è accaduto, significa sottoporre i cittadini a un frastuono doppio rispetto ai 60 decibel. I dati sono stati resi noti da Sacbo con tre mesi di ritardo. È ipotizzabile che oggi la situazione sia anche peggiore perché siamo vicini ai picchi massimi di viaggi aerei (e poi con il caldo che fa magari la sera qualcuno vorrebbe tenere anche le finestre aperte).
I Comitati fanno notare che nel report di Sacbo si nota come in certi giorni la media del rumore sia arrivata fino a 67 decibel, più del doppio di frastuono rispetto ai 63 decibel e il quadruplo rispetto ai 60 decibel. I comitati fanno notare che la valutazione del rumore aeroportuale del 2022 non è stata ancora pubblicata: è un valore importante, perché da lì dovrebbe partire la “zonizzazione acustica”, documento che finalmente porrebbe dei limiti e delle regole e “costringerebbe” a rientrare nel limite dei 60 decibel mensili.
«Questo significa - dicono i comitati - che per rientrare nei parametri stabiliti dal Piano di Sviluppo bisognerebbe almeno dimezzare il rumore prodotto. E significa che, se anche sostituissero subito tutti gli aerei con quelli di nuova generazione promessi da tempo (che dovrebbero produrre il 40 per cento in meno di rumore) non riuscirebbero a rientrare nei limiti con il traffico attuale».
Gli aerei a basso rumore dovrebbero rappresentare il venticinque per cento della flotta che fa rotta sull’aeroporto secondo le prescrizioni del 2022 del ministero dell’Ambiente. Dicono i comitati: «I casi sono due: o questi aerei non ci sono ancora oppure non hanno dato i risultati promessi. Tutte le richieste di sapere quanti sono questi aerei nuovi attualmente utilizzati non hanno avuto alcuna risposta» (...)