Danni a coltivazioni e allevamenti per grandine e vento: l'sos di Coldiretti Bergamo
Coltivazioni di mais e ulivi piegate o distrutte dai chicchi, in certi casi grossi come palline da golf. I racconti degli agricoltori
Il maltempo ha colpito ancora una volta l’agricoltura bergamasca: questa mattina (venerdì 21 luglio), grandine e vento forte hanno sferzato diverse aree della provincia, causando parecchi danni. A renderlo noto è Coldiretti Bergamo, che ha raccolto le prime segnalazioni dei propri associati.
Danni a mais e pascoli in Val Brembana
Nella zona di Gandino i chicchi di ghiaccio hanno distrutto il mais in campo: «È stato un attimo - ha raccontato Adriano Galizzi, agricoltore di Leffe -, il vento forte e la grandine si sono abbattuti sui campi di mais e, dopo il loro passaggio, sono rimaste solo piante devastate».
La grandine ha colpito anche la Valle Brembana, triturando l’erba nei pascoli: «Prima che arrivasse la grandine - ha spiegato Andrea Oberti, allevatore di Bracca - in campo c’era un secondo taglio di erba rigoglioso, ora è rimasto poco o nulla».
Mais distrutto a Gandino
La grandine sui pascoli in Val Brembana
Coltivazioni piegate dal vento nella Bassa
Il maltempo ha interessato anche la campagna nella zona di Treviglio, Romano e Calvenzano, con i campi di mais che sono stati piegati dalla furia del vento e da alcune raffiche di grandine. Lo scoramento è generale, in quanto il mais era quasi pronto per essere trinciato. «In pochi minuti la pioggia è caduta in modo copioso - ha detto Davide Facchinetti, allevatore di Treviglio - e in un attimo ha allagato le corsie di alimentazione delle stalla, trascinando via la razione alimentare dei bovini».
Chicchi come palline da golf
Chicchi di grandine grossi come palline da golf hanno colpito e danneggiato anche gli ulivi nella zona del Sebino, compromettendo il raccolto dell’annata. «I nostri tecnici stanno monitorando la situazione, per capire l’entità delle perdite - ha spiegato il presidente di Coldiretti Bergamo, Gabriele Borella -. La grandine è l’evento climatico avverso più temuto in questa fase stagionale, per i danni irreversibili che provoca alle coltivazioni in campo. Purtroppo è un fenomeno che si ripete con sempre maggiore frequenza, ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi, che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni, con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio».
L'associazione dei coltivatori ha sottolineato che siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici, dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma. La tendenza è alla tropicalizzazione, che si manifesta con una più elevata frequenza di fenomeni violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni, con perdite della produzione.