Il tedesco serve eccome alle aziende bergamasche, ma le scuole non lo insegnano
Si tratta di una delle lingue più richieste sul mercato del lavoro, eppure gli istituti che ne prevedono lo studio sono sempre di meno
di Silvia Zanetti
Italia-Germania, un interscambio commerciale che secondo le statistiche già nel 2022 ha raggiunto livelli da record, attestandosi su 168,5 miliardi di euro, con una crescita di oltre il 18 per cento rispetto al 2021, anno in cui si era già registrato un massimo storico. Questa “partnership” esiste da secoli nel Nord Italia, in particolare in Lombardia, per gli stretti rapporti politici e culturali della nostra regione coi Paesi di lingua tedesca, e fa della Germania il nostro primo partner commerciale, con il risultato che la conoscenza del tedesco riveste un ruolo decisivo per chi è alla ricerca di un posto di lavoro nel campo del commercio estero, del turismo e pure in quello tecnologico.
Il legame Bergamo-Germania
Anche per quanto riguarda Bergamo e provincia, la Germania è da sempre il primo partner per l’interscambio commerciale, in volumi sia di import che di export. Come conferma Massimo Longhi, responsabile degli studi sul territorio Competitività e Internazionalizzazione di Confindustria Bergamo: «L’attività commerciale tedesca segue la specializzazione della manifattura bergamasca, nel settore della produzione di macchinari, nella chimica, nell’automotive, nella gomma-plastica e nella meccatronica».
Secondo i dati forniti da Longhi, la Germania è uno dei primi Paesi sia per il numero di unità locali produttive e commerciali controllate da imprese bergamasche, sia per l’attrazione di investimenti esteri tedeschi. Sono infatti 72 le aziende manifatturiere della nostra provincia che controllano, per quote superiori al 25 per cento, 87 unità localizzate in Germania. Se si considerano anche i servizi finanziari e assicurativi, queste imprese salgono a 94, per 108 unità attive sul territorio tedesco. Parallelamente, sono censite a Bergamo 80 imprese tedesche che controllano, per più del 50 per cento del capitale, 37 società manifatturiere e 43 società operanti nel settore del commercio e dei servizi. Allargando l’analisi ad Austria e Svizzera (Paesi in cui il tedesco è lingua principale), i numeri dell’interscambio sono ovviamente destinati a salire.
Tedesco? No grazie
Se i dati statistici non fossero sufficienti a ribadire quanto l’economia bergamasca abbia grande (e urgente) bisogno del tedesco, si potrebbe dare una rapida occhiata alle richieste che compaiono su un qualsiasi sito di annunci, dove si ricercano animatori turistici, addetti all’import-export, ma anche personale sanitario con conoscenza della lingua tedesca.
Peccato però che, in controtendenza con le richieste economiche del territorio, già da qualche anno nelle scuole di Bergamo e provincia si stia assistendo a una progressiva diminuzione dell’insegnamento di questa lingua (...)