L'ultimo addio

La toccante lettera dei figli di Giacomo Chiapparini, travolto dalle forme di Grana a Romano

Si sono tenuti stamattina (10 agosto) i funerali del 74enne. «Sei sempre stato sopra le righe e sopra le righe è stata la tua uscita di scena»

La toccante lettera dei figli di Giacomo Chiapparini, travolto dalle forme di Grana a Romano
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Si tenuti la mattina di oggi, giovedì 10 agosto, a Romano di Lombardia i funerali di Giacomo Chiapparini, il 74enne che la sera del 6 agosto è rimasto vittima di un tragico incidente nella sua cascina, morto schiacciato sotto il peso di oltre quindicimila forme di Grana Padano cadute per un crollo improvviso delle scaffalature su cui erano posizionate.

Come racconta PrimaTreviglio, in tantissimi si sono stretti attorno alla famiglia Chiapparini, anche perché Giacomo era molto conosciuto in città per la sua attività, che lo aveva portato a essere uno dei grandi produttori di Grana Padano.

A celebrare la cerimonia funebre è stato monsignor Paolo Rossi, che ha ricordato come il 74enne avesse dedicato tutta la sua vita al lavoro, prendendosi cura della sua famiglia e senza mai risparmiarsi. Un sacrificio che gli aveva permesso di realizzare il sogno di quel caseificio dove, poi domenica, ha trovato la morte.

Il momento più toccante è stato sicuramente quello in cui è stata letta la lettera che Tiziano e Mary, figli di Giacomo Chiapparini, hanno scritto al padre. La riportiamo di seguito:

«Ciao papà, ci hai fatto crescere sempre sollecitati a dare il massimo, a fare sempre la meglio quello che sapevamo fare. Ci hai forgiato alla vita, ai fatti pesanti della vita, e ne abbiamo avuti davvero tanti. Ci hai insegnato a cavarcela sempre nonostante tutte le difficoltà. Quanti scontri abbiamo avuto, perché volevi sempre avere ragione tu e fare di testa tua. Ci dispiace che a noi figli tu non abbia mostrato l’amore attento e affettuoso come altri padri. Con i tuoi nipoti ti sei ammorbidito un po’ e così abbiamo capito che allo stesso modo amavi anche noi, ma sempre a modo tuo, nel tuo modo originale.

Non hai mai puntato sul nostro lato sensibile perché lo faceva e lo fa la mamma, hai puntato alla nostra tempra per prepararci alla vita. Ci hai sempre lasciati però con le rotelle attaccate alla bici, liberi di andare ma sempre con te che ci davi sicurezza. Sei sempre stato sopra le righe e sopra le righe è stata la tua uscita di scena. La tua fragorosa e rumorosa presenza è diventata una fragorosa e rumorosa assenza. Tu hai vissuto la vita che volevi, coltivando ambizioni che nessuno avrebbe mai immaginato e la tua famiglia ti ha dovuto seguire in questa corsa. Anche se cominciavi a sentire la stanchezza dell’età, non ti sei mai risparmiato. Ora non sappiamo dove sei, ma sappiamo che, a chi incontrerai, darai filo da torcere. Speriamo tu possa incontrare Emanuele e dirgli quanto lo amavi e quanto hai amato anche tutti noi. Buon viaggio papà, guidaci da lassù».

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