Città più rincarate, migliora di poco Bergamo: a luglio è passata dal 38° al 39° posto
I dati dal report dell'Unione nazionale consumatori. Più cara di noi Trieste, ci batte in economicità Viterbo. Ecco tutti i numeri
Rincari e inflazione: temi di cui discutono molto i cittadini in questo periodo di difficoltà, con Bergamo che assiste però a uno sgravio del costo della vita, con entrambi i dati in calo. In questo modo, la città (e i territori vicini in provincia) scende di un gradino, dalla 38esima alla 39esima posizione nella classifica dell'Unione nazionale consumatori.
L'associazione, infatti, anche questo mese ha analizzato i numeri dell'Istat, che ha reso noti oggi (giovedì 10 agosto) quelli relativi al mese di luglio. Considerate in tutto 79 città italiane, quindi non solo i capoluoghi o quelle con più di 150 mila abitanti. Non è mancata la graduatoria delle regioni, dove la Lombardia nel complesso ha invece effettuato uno scatto, superando la Toscana e passando dal quarto al terzo posto.
Bergamo a metà strada, lieve miglioramento
Come anticipato, Bergamo si trova al 39esimo posto, con un rincaro annuo per famiglia medio di 1.345 euro e un'inflazione lo scorso mese del +5,1 per cento rispetto al luglio 2022. Sopra al 38esimo posto c'è Trieste, con 1.346 euro e +5,8 per cento. Sotto, al 40esimo posto, Viterbo con 1.336 euro e +5,9 per cento.
Le città più care
In testa alla graduatoria Genova, dove si riscontra l'inflazione tendenziale più alta d'Italia, pari al +8,2 per cento, che si traduce anche nella maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente a 1.787 euro per una famiglia media. Medaglia d'argento (si fa per dire) per Varese, +6,5 per cento su luglio dello scorso anno, e un incremento di spesa pari a 1.714 euro a famiglia. Sul gradino più basso del podio Milano che, pur avendo un'inflazione poco più alta di quella media italiana, +6,3 per cento, ha una spesa supplementare pari a 1.710 euro annui per una famiglia tipo.
Al quarto posto Grosseto, che con la terza inflazione annua più elevata d'Italia, +7,5 per cento, ha una stangata pari a 1.691 euro. Seguono Lodi (+6,5 per cento, +1.650 euro), Perugia (+6,9 per cento, +1.585 euro), al settimo posto Siena con 1.578 euro (al quinto posto per inflazione con +7 per cento), poi Bologna (+6,3 per cento, +1.572 euro). Chiudono la top ten Alessandria (+6,9 per cento, +1.533 euro), alla pari con Lucca (+6,8 per cento, +1.533 euro).
Le città virtuose
Sull'altro fronte della classifica la città più virtuosa d'Italia, in termini di spesa aggiuntiva più bassa, è ancora una volta Potenza, con l'inflazione più bassa del Paese (+3,5 per cento) e dove in media si spendono 691 euro in più all'anno. Al secondo posto Catanzaro, seconda anche per inflazione (+4,3 per cento, +803 euro). Medaglia di bronzo Reggio Calabria (+4,7 per cento, +878 euro). Al quarto posto Caserta, al settimo Ancona, seguita da Bari e Cagliari a chiudere le dieci meno care (+5,5 per cento e +1.033 euro).
Le cifre delle regioni
In testa alla classifica delle regioni più "costose", con un'inflazione annua a +7,9 per cento, abbondantemente la più alta d'Italia, la Liguria che registra a famiglia un aggravio medio pari a 1.630 euro su base annua. Segue l'Umbria, dove la crescita dei prezzi del 6,7 per cento implica un'impennata del costo della vita pari a 1.513 euro, terza la Lombardia dove, nonostante l'inflazione sia inferiore a quella nazionale con +5,8 per cento, il rincaro annuo è di 1.507 euro. La regione più risparmiosa è ancora una volta la Basilicata (+3,6 per cento), pari a 697 euro, seguita dal Molise (+5,1 per cento, +934 euro). Medaglia di bronzo per la Calabria (+5,2 per cento, +951 euro).