di Vecchio Daino
Anche noi, operosi di natura, sentiamo il bisogno di riposare, ogni tanto. Così partiamo per le ferie, o meglio, valutiamo se farlo, perché l’ondata di rincari ha reso proibitive alcune consuetudini estive. È vero che ci rimangono le risorse insegnateci dalla tradizione ma valutiamo con severità la situazione, come facciamo per ogni attentato al nostro portafoglio.
1. I te fà pagà po’ a l’aria

Casi come il sovrapprezzo per il toast diviso a metà o per il piattino con cui condividere le trofie al pesto con la propria figlia hanno scandalizzato il popolo del web, già avvezzo a pubblicare scontrini con prezzi da estorsione. Da qui l’amara riflessione di alcuni di noi. [Trad.: Ti fanno pagare anche l’aria]
2. ‘Ndó n‘ Albania che fó prima

Sembra che alcuni siano stati attratti, più che dalle indubbie bellezze paesaggistiche dello stato balcanico, dai prezzi che per ora sembrano ancora a misura di portafoglio. Concetto che per noi ha il suo valore. [Trad.: Vado in Albania che faccio prima]
3. Te spèndet de piö po’ a’ stà a cà

Chi ha deciso di non muoversi dal proprio domicilio per risparmiare ha avuto l’amara sorpresa di constatare che i prezzi sono comunque aumentati. Ed è vero, ha speso ovviamente di meno, ma non così poco come avrebbe sperato. [Trad.: Spendi di più a stare a casa]
4. Laùr de fài sö, ol lecì e l’ombrelù

Sotto accusa anche i prezzi da capogiro di tutto l’armamentario che serve per trascorrere la giornata in spiaggia. Il nostro spirito concreto e fattivo non poteva non ideare una soluzione che sposa attività manuale e risparmio. [Trad.: Cose da far da soli, il lettino e l’ombrellone]
5. Sènsa cöntà la benzina

Giunti sul posto di villeggiatura si trovano amare sorprese, è vero, ma anche par arrivarci non si scherza, vista la nuova impennata del prezzo del carburante. E le accise provocano un’ondata di accidenti. [Trad.: Senza contare la benzina]
6. Pórte dré ‘l maià

L’antica tattica nostrana di portare con sé il necessario per sostenersi durante il viaggio e il soggiorno si dimostra ancora valida. D’altronde è una pratica affinata nel corso di decenni. [Trad.: Mi porto il mangiare]
7. Laùr de campane a martèl

L’antico detto è stato rispolverato, e adattato ai tempi. Una volta i rintocchi avvisavano dell’attacco del nemico, oggi allertano sulla minaccia dello scontrino. [Trad.: Cose da campane a martello]
8. Stó vià de méno e pàghe de piö

A mali estremi, estremi rimedi: c’è chi ha deciso di accorciare il periodo delle vacanze, pur di non rinunciare alla partenza. In alcuni casi però il rimedio è stato vanificato dall’inflazione. [Trad.: Sto via di meno e pago di più]
9. Issé a n’n’a ciapa póch de pès

Non manca la voce di chi deplora il settore dell’accoglienza, che scoraggerebbe il turismo per l’esosità delle richieste. I dati sulle visite in calo nel nostro Paese sembrano convalidare l’ipotesi. [Trad.: Così ne prendono pochi di pesci]
10. L’è mèi stà a cà

È La soluzione più semplice, quella che in fin dei conti non ci dispiace poi più di tanto, perché abbiamo la fortuna di vivere in luoghi che offrono bellezze paesaggistiche, storiche, culturali. E poi perché in casa c’è sempre qualcosa da fare. [Trad.: È meglio stare a casa]