Disastro

Incendio in via Moroni, il giallo delle cause (forse un cortocircuito) e dei rinforzi arrivati troppo tardi

Danni ancora da quantificare, si indaga sulla "miccia" che ha scatenato il rogo. La vicina: «Gli operai mi hanno bussato per chiedere secchi d'acqua»

Incendio in via Moroni, il giallo delle cause (forse un cortocircuito) e dei rinforzi arrivati troppo tardi
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I danni sono ancora da quantificare, ma l'incendio - perlomeno - è stato domato. Quel che è certo è che le fiamme che si sono sprigionate ieri mattina (lunedì 21 agosto) da un appartamento in ristrutturazione al terzo e ultimo piano di un edificio in via Moroni, al civico 20, hanno fatto una vera e propria "strage". Quattro appartamenti, quelli adiacenti, distrutti. Cinque considerando quello da cui è partito tutto. Altri, quelli agli ultimi piani dei due edifici accanto, soltanto intaccati. Quarantatré evacuati, di cui ventidue ospitati al Central Hostel Bergamo a spese del Comune. C'è chi si è ritrovato soltanto con gli interni un po' annacquati e chi - invece - ha perso tutto.

 

Il giallo dell'inizio dei lavori

Una vicenda per cui sarà necessario andare a fondo: ci penseranno il Nucleo Investigativo Antincendi dei Vigili del Fuoco e la Procura, che - secondo le indiscrezioni riportate da Corriere Bergamo - starebbe per aprire un fascicolo. Sulla cause dell'incendio non traspare nulla. Forse un cortocircuito, ma ci sono dei punti da chiarire. Innanzitutto l'orario di inizio lavori: la prima chiamata al 112 risale alle 10:24, a comporre il numero è G. A.. Trent'anni, risiede in uno degli appartamenti che confinano con quello da cui sono partite le fiamme.

Al Corriere Bergamo ha affermato che gli operai stavano già lavorando almeno da un'ora e che lei, insieme al suo ragazzo, li ha sentiti lamentarsi di una lampada. Poi avrebbero bussato alla sua porta, chiedendo secchi d'acqua, forse nel tentativo di spegnere le prime fiamme che si sono però estese in pochissimo tempo. Pare che anche il quadro dell'elettricità fosse sollevato. Stando alle parole della proprietaria dell'appartamento in fiamme, invece, gli operai non avevano ancora iniziato a lavorare. Se questi elementi c'entrino (oppure no) con le cause scatenanti del rogo, sarà compito degli inquirenti stabilirlo.

Dopo la telefonata, le prime squadre dei Vigili del Fuoco sono arrivate in via Moroni una decina di minuti più tardi, accompagnati dalla Polizia Locale che aveva il compito di far evacuare le persone. In poco tempo le fiamme si sono propagate, prima al tetto e poi ai due confinanti. Circa trecento i metri quadrati di superficie danneggiata. Qualche ora più tardi, verso mezzogiorno, i Vigili hanno domato il fuoco al civico 14 ma in breve un nuovo focolaio si è acceso, questa volta sul lato opposto, intaccando anche il tetto del civico 28.

I rinforzi arrivati troppo tardi

Le fiamme si sono propagate in maniera piuttosto estesa, complici il materiale infiammabile con cui sono stati realizzati i palazzi (piuttosto datati) di via Moroni, poi il vento che soffiava a velocità doppia rispetto al solito e le elevate temperature, che non hanno fatto altro che alimentare i continui focolai.

Tutte le persone, nel frattempo, sono state evacuate. Tra queste un bambino di dieci anni, chiuso in casa mentre i genitori si trovavano fuori, diverse famiglie, anziani. Ventidue gli uomini impegnati, affiancati da rinforzi provenienti da mezza provincia. Anche se qualche inquilino sottolinea: l'autobotte di rinforzo è arrivata soltanto un'ora e un quarto più tardi. Quando le fiamme stavano ormai già divorando il tetto.

Intorno alle 19:30, quasi dieci ore più tardi, la situazione pare sotto controllo. Così i Vigili hanno iniziato a perlustrare l'interno degli appartamenti ridotti in cenere, scortando - nel limite del possibile - i residenti per recuperare lo stretto necessario. C'è anche chi è fuori casa, in vacanza, e da lontano telefona per capire la situazione del proprio appartamento. Anche l'amministratore condominiale è in ferie.

La strada è rimasta chiusa per tutta la notte, sia per scongiurare il pericolo di nuovi focolai, sia per verificare che nessuno potesse derubare le abitazioni vuote. Per la conta dei danni, bisognerà attendere. Feriti, fortunatamente, non ce ne sono stati.

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