Troppo brutta per essere vera: perché capitano gare come quella di Frosinone?
È difficile trovare una spiegazione a una sconfitta in cui l'avversario ci ha messo cuore ma ha creato poco. La Dea ha sbagliato tutto
di Fabio Gennari
La domanda che tutti si fanno è semplice: perché? Come è possibile che capitino gare come quella di Frosinone? Quello che più stupisce, ripensando alla gara dello Stirpe, non è tanto legato a numeri, occasioni da rete e capacità della squadra di arrivare alla conclusione, ma l'atteggiamento, che è cambiato durante i novanta minuti più (largo recupero) e che non ha mai convinto. Prima distratti e superficiali, poi più aggressivi ma poco precisi e sereni nelle scelte.
A mente fredda, i numeri dicono che l'Atalanta ha calciato di più, ha creato di più, ha costruito più occasioni e il portiere avversario è dovuto intervenire maggiormente rispetto a Musso. Il Frosinone ha segnato due reti per errori individuali pesanti dell'Atalanta: prima quello di Lookman, poi la dormita collettiva sulla palla vagante in area messa in rete da Monterisi. Dal canto suo, la Dea ha costruito oltre al gol almeno cinque nitide occasioni: le due di Zappacosta nel primo tempo e quelle di Scalvini, Koopmeiners e Scamacca nella ripresa. Se perdi 2-1, è colpa tua.
Tante volte abbiamo visto gare - non solo dell'Atalanta - finire con un risultato diverso rispetto alle "sensazioni" del campo. Un esempio? Spezia-Atalanta dello scorso campionato. Il problema è che per "girare" certe gare devi fare gol, con cinismo e precisione. Indipendentemente dal ruolo in campo. Perché Zappacosta quei due gol deve farli, perché Scalvini solo davanti a Cerofolini ha la possibilità di scegliere dove mettere il pallone, e via di questo passo.
Pur giocando senza la foga agonistica dei padroni di casa, l'Atalanta ha costruito i presupposti per vincere. Però ha perso perché non ha concretizzato. E quando nel primo tempo tutta la squadra scende in campo con quell'atteggiamento, anche le colpe del tecnico sono minori: sei più forte del Frosinone. Le scelte di formazione potevano pure essere diverse, ma quella catalessi che ha impietrito tutti i giocatori in campo va assolutamente capita e risolta dai giocatori. Perché la preparazione della gara, l'attenzione ai pericoli e le insidie della partita, ne siamo certi, sono stati ingredienti fondamentali del lavoro della scorsa settimana a Zingonia.